BIPOLARE

"Premier eletto, anzi no": Calenda double face - VIDEO

In un anno ha cambiato idea (anche) sulle riforme istituzionali. Quand'era con Renzi sosteneva il Sindaco d'Italia ora boccia il premierato. Ragioni opposte argomentate con la medesima tracotanza. Qualcuno lo aiuti a far pace con se stesso - VIDEO

Se è vero che cambiare idea è sintomo di intelligenza, Carlo Calenda è l’Einstein della politica italiana. Non propriamente un Pico della Mirandola, però, visto che nel profluvio di dichiarazioni spesso dimentica ciò che ha detto in precedenza, incorrendo in non poche contraddizioni. È il caso dell’ultima presa di posizione sulle riforme istituzionali con cui critica la scelta del governo di presentare la proposta per l’elezione diretta del presidente del Consiglio. «È una riforma sbagliata nel merito e nel metodo – argomenta con la solita saccenza su X –. Quello che non funziona in Italia è il Parlamento e il rapporto tra Regioni e Stato centrale. Sarebbe utile che il governo si concentrasse su salari, sanità e Pnrr mentre le riforme istituzionali devono essere affrontate da una commissione bicamerale con poteri redigenti, cercando un accordo ampio».

Peccato, però, che, solo un anno fa, il leader di Azione la pensava in un modo diametralmente opposto e difendeva la scelta di optare per una riforma istituzionale che andasse nella direzione del sindaco d’Italia, peraltro sostenuta in comune accordo con l’odiato (ora) Matteo Renzi. “Il Paese ha bisogno di governi stabili ed efficienti, al servizio dei cittadini – sosteneva il Churchill dei Parioli nell’ agosto 2022 –. Con il Sindaco d’Italia, dopo le elezioni si sa subito chi ha vinto e chi vince governa per 5 anni”. Ma c’è ancora tempo per cambiare nuovamente idea.

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