AMBIENTE & POLITICA

Euro 5, centrodestra in affanno. Polveri (sottili) sotto il tappeto

Confusione e incertezza sulla cancellazione del blocco. Si prevede un decreto, ma ancora non ci sono decisioni. Oggi Cirio (con Gabusi) a Roma per fare pressing sul Governo. Molinari (Lega) attacca la sinistra e pure gli alleati, eppure l'assessore è suo

Pur combinato tutto in Piemonte dove più di mezzo milione di persone rischia di subirne i pesantissimi effetti, ma essendo ormai davvero un pasticciaccio brutto, quello del blocco degli autoveicoli Euro 5 non può che trovar rimedio a Roma. E lì, nei palazzi della Capitale, oggi si consuma il pellegrinaggio del governatore Alberto Cirio, con al fianco il fido scudiero Marco Gabusi, a perorare la causa con il giustificato convincimento che in gioco, oltre la faccia del centrodestra di governo regionale, ci sono pure un sacco di voti.

Presidente e assessore ai Trasporti, formalmente in missione per presentare alla stampa estera il Festival nazionale delle Regioni e delle Province Autonome in programma a Torino dal 30 settembre al 3 ottobre, sanno bene come prima e più di quella della kermesse istituzionale con tanto di presenza di Giorgia Meloni, sia cruciale un’altra data: il prossimo 15 settembre scatterà il divieto di circolazione per gli Euro 5 in 76 comuni del Piemonte che, unito a altre limitazioni, terrebbe fermo qualcosa come oltre 600mila veicoli, privati e commerciali.

Un decreto del presidente del Consiglio, lo strumento normativo più rapido possibile, per consentire a quella sorta di baratto con altre forme di lotta all’inquinamento (probabile si agisca sui sistemi di riscaldamento e conteggiando avvenute rottamazioni di mezzi pubblici inquinanti) senza violare l’accordo europeo del bacino padano è la soluzione prospettata di fronte all’incombere della scadenza. Con una Regione che per mesi ha guardato altrove e centinaia di migliaia di automobilisti e operatori economici legittimamente preoccupati e adirati all’ipotesi di dover cambiare auto o furgone per continuare a circolare.

Quando mancano meno di dieci giorni al blocco, tutto è però ancora in alto mare e di certezze non ce ne sono. Qualche riunione tra i ministri competenti per materia, poi i loro tecnici, il dossier nelle mani del titolare dell’Ambiente Gilberto Pichetto, un po’ di rassicurazioni di qua e di là e il tutto condito dall’immancabile confusione e incrocio di voci. Un guazzabuglio da cui non è certo indenne l’assessorato regionale all’Ambiente e il suo titolare, il leghista Matteo Marnati, da cui tutto o quasi è originato ormai un paio d’anni fa e poi sbadatamente lasciato di parte come una bomba ad orologeria con il timer avviato. 

Nelle ultime ore l’ipotesi del decreto, su cui insisterà Cirio, prende forma: si limiterà a sospendere il blocco probabilmente senza entrare nel merito, rinviando tutto al salvifico decreto omnibus (con relativo voto il Parlamento) che ogni anno tutto raccoglie. In questo caso per i proprietari degli Euro 5 sarebbe solo un mezzo sospiro di sollievo, non certo l’attesa cancellazione del blocco sulla quale si sarebbe potuto agire con tutto il tempo essendo le ordinanze che lo prevedevano addirittura dell’estate 2021. Circola poi pure la voce secondo cui qualunque sia l’atto che verrà deciso dovrà trovare il via libera dalla Commissione europea, visto che tutto promana da una direttiva di Bruxelles. Altro che pellegrinaggio, quello di Cirio e Gabusi, viste le premesse e gli ostacoli rischiano di passare per Don Chisciotte e Sancho Panza.

E mentre i sindaci vanno in ordine sparso, con chi annuncia di non applicare il blocco, chi avvisa i propri concittadini dell’imminente stop con tanto di planimetrie delle zone interdette e chi aspetta alla finestra, il calendario scorre. Le più ottimistiche previsioni, o forse speranze, parlano di un decreto già nella giornata di oggi, ma come appena detto nessuna certezza. Se non quella di una gestione a dir poco approssimata di una questione sul tavolo da ben due anni. 

“Confidiamo nel lavoro del governo per una pronta soluzione, pronti a portare in aula la mozione appena possibile”, dice il capogruppo alla Camera della Lega Riccardo Molinari, ricordando che il suo partito “ha presentato una mozione che impegna il governo ad impedire il blocco anticipato delle vetture euro 5 in Piemonte e trovare soluzioni alternative che consentano il rispetto dei limiti previsti dalla direttiva europea sulla qualità dell'aria”. Molinari è, però anche, segretario del Carroccio in Piemonte e del suo partito è Marnati al quale è difficile non attribuire una non occhiuta attenzione a tempo debito sul dirompente dossier. Ma il numero uno leghista in Piemonte spiega, invece come “sorprende che in queste settimane, mentre la Lega lavorava a tutti livelli, interessando anche il vicepremier Matteo Salvini che ha portato subito nello scorso Cdm il tema, per trovare una soluzione, la sinistra, ideatrice di queste politiche green folli dall'impatto devastante per lavoratori e imprese, che peraltro è stata al governo della Regione Piemonte quando l’accordo sull’anticipo di queste misure è stato sottoscritto nel 2017, abbia cercato in modo risibile di utilizzare questo tema contro il Governo regionale di centrodestra”. 

Per Molinari, “altrettanto sorprendenti sono state anche alcune dichiarazioni di membri della maggioranza del governo regionale e nazionale che sono sembrati far opposizione a sé stessi. Dichiarazioni rimaste tali perché non è seguito alcun atto concreto a differenza di quanto ha fatto la Lega immediatamente alla riapertura degli uffici della Camera”. Picchia duro a sinistra, centrando pure qualche bersaglio in fatto di misure decise senza prevedere i contraccolpi economici e sociali. E ci sta. Ma mena pure gli alleati, Molinari, ovvero i partner di Fratelli d'Italia, sembrando scordare che la delega all’Ambiente e dunque la pratica Euro 5 l’aveva e l’ha l’assessore del suo partito. E, molto probabilmente, se la questione la si fosse affrontata per tempo non ci sarebbe neppure stato bisogno di quella mozione presentata in tutta fretta. Come direbbe il doge Luca Zaiaxe peso el tacon del buso, è peggio la toppa del buco.

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