LA SACRA RUOTA

Stellantis a metà del guado: solo 500mila auto nel 2023

L'obiettivo di 1 milione di vetture prodotte in Italia è irraggiungibile. Uliano (Fim): "A un anno dal suo insediamento il governo Meloni non ha fatto nulla". Il tavolo inconcludente del ministro Urso. Mirafiori tiene grazie alla 500 bev (in attesa dei nuovi modelli Maserati)

«A quasi un anno dall’insediamento del Governo Meloni, non si è visto nessun fatto concreto per il settore automotive. Non si è provveduto a utilizzare le risorse stanziate nel Fondo specifico per favorire la reindustrializzazione e la trasformazione del settore e hanno unicamente finanziato gli incentivi alla domanda (acquisto di auto sostenibili) indispensabili per promuovere l’acquisto di veicoli con un costo superiore del 50% (650 milioni per tre anni a partire dal 2022), ma non può essere l’unico intervento per il sostegno e il rilancio del settore». È quanto affermato da Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl nel giorno della pubblicazione del rapporto sulla produzione negli impianti Stellantis in Italia.

«Il Fondo stanziato dal precedente governo era di circa 8 miliardi – ha proseguito – ne rimangono a disposizione circa 6,3. Come Fim l’abbiamo ribadito più volte, che bisogna utilizzare le risorse per la reindustrializzazione, indispensabili per evitare l’impatto negativo di oltre 75mila lavoratori nel comparto auto a seguito del cambio delle motorizzazioni». In questo quadro, ha proseguito Uliano, «il caso della Marelli di Crevalcore è l’emblema di questa situazione che sta esplodendo. Bisogna accorciare la catena di fornitura, portando nel nostro Paese le produzioni di tutta la componentistica che rappresenterà l’auto del futuro: dai semiconduttori, dalle batterie, ai componenti necessari per la motorizzazione elettrica, per la guida autonoma, per la digitalizzazione e la connettività. Il Governo deve essere consapevole che senza un piano per la transizione industriale attivabile immediatamente, il rischio licenziamento e desertificazione industriale diventa certezza».

Il rapporto parla chiaro. Pur essendoci stata una crescita del 10 percento della produzione di auto il target di un milione di vetture prodotte «è ambizioso» e soprattutto complicato da raggiungere. Nelle trattative tra Stellantis e l’esecutivo, è stato fissato un obiettivo di produzione in Italia di 1 milione di unità da parte del gruppo, che intende questo obiettivo includendo le auto e i veicoli commerciali, quando il governo lo aveva inteso come produzione solo di auto. Per il 2023, la Fim-Cisl stima che la produzione di Stellantis in Italia raggiungerà 730mila unità, tra auto e veicoli commerciali, di cui circa 510mila autovetture: «Arrivare a un milione, vorrebbe dire raddoppiare...», ha chiosato Uliano. Alla fine del primo semestre, la stima del sindacato era di una produzione complessiva di 800mila unità, ora rivista al ribasso alla luce del rallentamento della crescita della produzione nel terzo trimestre 2023.

In relazione al piano di lavoro tra Mimit e Stellantis, Uliano ha indicato che «i sindacati, le regioni e Anfia sono in attesa della convocazione del ministro Urso». Si tratta, ha continuato Uliano, di «un ritardo incomprensibile visto che gli impegni dati dal ministro prevedevano la partenza degli incontri già dalla metà di settembre». Insomma, il governo nicchia e intanto a fare la parte del leone è la Francia dove le auto prodotte in un anno sono già più di un milione.

A livello nazionale i dati della produzione nei primi nove mesi dell’anno sono in miglioramento rispetto al 2022, confermando l’inversione di tendenza già riscontrata nel primo semestre. L’incremento è del 10,12%. Nello specifico, tra gennaio e giugno, sono state prodotte, tra autovetture e furgoni commerciali, 567.525 unità contro le 515.380 del 2022. La produzione di autovetture segna un +10,3%, pari a 400.675 e quello relativo ai veicoli commerciali segna un aumento del +9,8%, in termini di volumi pari ad un incremento di 14.850 veicoli commerciali, confermando il dato in crescita già rilevato nei primi sei mesi.

La produzione, tuttavia, non è ancora riuscita ad arrivare ai valori raggiunti nel periodo pre-covid del 2019 (-10%): per le auto si riscontra un sostanziale avvicinamento (-2,3%), mentre per i veicoli commerciali la flessione è del 24,6%. La situazione sta migliorando grazie anche al miglioramento dei problemi derivanti dalla mancanza di materiali che hanno caratterizzato i precedenti due anni e le produzioni degli ultimi modelli potrebbero portare le produzioni a fine anno, intorno alle 730.000 unità di cui circa 510.00 autovetture.

Per quanto riguarda gli stabilimenti le performance migliori si registrano a Mirafiori dove nei primi nove mesi sono state prodotte70.365 veicoli,allo stesso livello del 2022, dove si assestavano a 70.340 unità. Il peso maggiore dei volumi continua ad essere determinato dalla produzione della 500 bev che ha raggiunto quasi 63.400 unità, in aumento del +15% rispetto al 2022. La sua crescita è stata completamente azzerata dalla perdita dei volumi delle produzioni Maserati, passate dalle 15mila unità del 2022 alle quasi 7mila del 2023. Una quota ormai residuale, intorno al 10% dei volumi di Mirafiori. Sulla dorsale produttiva della 500 bev si produce su due turni e ci sono state dall’inizio anno solo 8 giornate di cassa integrazione. Nel mese di ottobre sono però già state comunicate 10 giornate di cassa. “Una piccola flessione di mercato che ci preoccupa – afferma la Fim – nonostante le rassicurazioni dell’azienda che riconduce il tutto ai ritardi del nostro Paese su incentivi acquisto delle auto sostenibili e alla mancanza delle infrastrutture di ricarica. Visto il fermo produttivo di ottobre è presumibile che la produzione di 500e a fine anno si attesterà poco sopra le 80mila unità. Nel 2024 la piccola elettrica verrà lanciata per il mercato nord-americano con ulteriore potenzialità di crescita.

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