SANITÀ

Liste d'attesa in Piemonte, indaga la Corte dei Conti

Fascicolo della magistratura contabile al Mef sulle spese per ridurre i tempi delle prestazioni sanitarie. Dati acquisiti nei mesi scorsi dai Nas. Come sono stati impiegati i milioni extra a parte delle Asl? Il caso dei ritardi nei pagamenti degli straordinari

Al Mef c’è un dossier sulla gestione delle liste d’attesa in Piemonte. E al ministero, che avrebbe già chiesto una serie di chiarimenti alla Regione, quei dati sarebbero stati trasmessi dalla Procura della Corte dei Conti impegnata da mesi, su tutto il territorio nazionale, su verifiche delle procedure con cui sono stati utilizzati i fondi straordinari erogati per ridurre i tempi necessari a ottenere prestazioni sanitarie.

A raccogliere quei dati che incrociano prestazioni effettuate con le relative uscite di denaro sono stati, nei mesi scorsi i Nas su incarico della magistratura contabile. Un lavoro, quello dei carabinieri per la Tutela della Salute, dal quale già un mese fa era emersa una serie di ipotesi di reato nei confronti di medici in molte regioni, tra cui alcuni casi in provincia di Torino, indagati per presunte irregolarità nella gestione delle liste dei pazienti, con favori ad amici o persone che avevano in cura privatamente.

Accanto a questo filone penale sta facendo il suo corso anche un secondo che verte sul corretto impiego del denaro pubblico, filone in capo ai magistrati contabili. E non è affatto escluso che tra i due ci possa essere più di un intreccio. Sul tema della corretta a puntuale spesa del denaro stanziato per ridurre i tempi cui sono costretti i pazienti per ottenere una visita specialistica, un intervento, così come accertamenti diagnostici, potrebbe inserirsi un tema che sta emergendo in più di un’azienda sanitaria e che riguarda i ritardi con cui sarebbero pagate le prestazioni extra fornite da medici e altri operatori sanitari proprio in virtù del piano per la riduzione delle liste. Solo un banale, si fa per dire, ritardo oppure un possibile segnale di una non sempre corretta e puntuale attuazione di precise direttive? Con le Asl i cui bilanci preventivi per l’anno in corso, salvo rari casi, presentano ancora pesantissimi buchi, il tema della massima attenzione sull’impiego delle risorse a ciò che sono destinate appare ancor più rilevante.

Al netto del miglioramento sui tempi necessari per ottenere tutta una serie di prestazioni, rivendicato dalla Regione, il problema resta ancora molto pesante. La stessa Corte dei Conti nel promuovere il bilancio 2022 della Regione, non aveva mancato di rimarcare, lo scorso luglio, come se da un lato “risultano recuperati il 92% dei ricoveri programmati, il 100% degli inviti e delle prestazioni di screening e l’80% delle prestazioni ambulatoriali” dall’altro “si osserva che le percentuali di recupero si riducono notevolmente al ridursi della classe di priorità o di complessità delle prestazioni, così come aumenta il tempo medio di attesa”. E le conseguenze sono ulteriormente confermate dalla recente indagine effettuata da mUp Researc secondo cui il 64% degli oltre 14 milioni di italiani che hanno rinunciato a una o più cure lo ha fatto proprio per via dei tempi troppo lunghi. 

Che sulla gestione delle liste le “inappropriatezze siano ancora tante” e che serva una maggiore vigilanza lo ha sostenuto ancora nelle scorse ore il ministro della Salute Orazio Schillaci annunciando l’intenzione del Governo di “istituire un’Autorità dedicata al monitoraggio dei tempi di attesa delle singole prestazioni sanitarie, attraverso un flusso di dati solidi, chiari e trasparenti, di cui attualmente non disponiamo, per intervenire in maniera tempestiva”. Ricordando di aver “messo a disposizione un finanziamento corposo e inedito”, il ministro di fatto ammette che a oggi non c’è uno strumento in grado di monitorare, come si dovrebbe, quei tempi che in moltissimi casi restano ancora troppo lunghi.

E mentre nella manovra si prevedono 520 milioni da utilizzare nel 2024 per questa patologia ormai cronica del sistema sanitario, resta il tema del corretto e puntuale impiego delle risorse, a partire da quelle già messe in campo negli anni e nei mesi scorsi. Un lavoro che per quanto riguarda il Piemonte si starebbe facendo sui documenti  soprattutto cifre relative alle prestazioni e ai relativi tempi insieme a quelle riguardanti le risorse impiegate  arrivati a Mef e sui quali sono stati chiesti chiarimenti alla Regione che potrebbero arrivare almeno in parte già oggi dal direttore regionale della Sanità Antonino Sottile atteso in giornata al ministero.

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