Confartigianato, la congiuntura d'autunno preoccupa le imprese

"La congiuntura d'autunno preoccupa, e molto. Pesano come macigni le incertezze relative al prolungarsi della guerra in Ucraina e il protrarsi del conflitto in Medio Oriente. Instabilità geopolitiche che si innestano in un quadro allarmante dato dalla recessione tedesca, la frenata dell'economia cinese e le politiche economiche deflazionistiche. Apparentemente, a tenere a galla gli affari della nostra produzione manifatturiera è ancora l'export che in Piemonte tiene e punta - dopo aver fatto registrare nei primi sei mesi 32 miliardi di vendite di prodotti (15 miliardi a Torino) - a superare i 60 miliardi a fine anno. Ma dobbiamo fare attenzione ad alcuni segnali". Lo afferma Dino De Santis Presidente di Confartigianato Torino, che precisa: "il conflitto tra Israele e Palestina, ad esempio, coinvolge un'area verso la quale le nostre imprese sono esposte". "Una seconda fetta di mercato a rischio - ammette De Santis - che si aggiunge a quella in forte contrazione, dopo oltre un anno di guerra, di Russia ed Ucraina. Ma non solo. C'è una ulteriore preoccupazione: l'escalation dei prezzi alla produzione ha portato a una crescita in valore delle esportazioni, a fronte però di una riduzione delle quantità. Non dobbiamo dimenticare infine che l'instabilità geopolitica espone a rischi i tre quarti delle forniture di energia dell'Italia. Anche dopo la riduzione della dipendenza dalla Russia persistono rischi sulla sicurezza energetica dato che il 73,6% dell'import di petrolio greggio e gas proviene da paesi che potrebbero essere coinvolti da una escalation del conflitto in Medio Oriente o classificati come ad alto rischio geopolitico. Chiediamo a gran voce una svolta nelle politiche ambientali ed energetiche, puntando sulle fonti alternative e pulite per ridurre i costi a carico delle nostre aziende".

 

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