POLTRONE & SOFÀ

Mano emiliana sui rifiuti di Torino. Braccio di ferro in Iren sull'Amiat

Oggetto del contendere la successione dell'ad Riu, in procinto di lasciare l'azienda per approdare a Egea. La nomina spetta alla multiservizi ma il sindaco Lo Russo chiede garanzie per la sua città. Sulla filiera ambientale comanda Reggio Emilia

Un certo nervosismo filtra da giorni dalle parti di Palazzo di Città, sin da quando è diventata di dominio pubblico la notizia dell’imminente trasferimento di Gianluca Riu, attuale amministratore delegato di Amiat, a Egea, appena acquisita da Iren. Una promozione per il manager del gruppo che già in passato era stato nei ranghi della multiservizi albese e che ora dovrà gestire la riorganizzazione in questa fase di transizione. Nel 2022 Riu ha portato Amiat, società che si occupa della raccolta e dello smaltimento rifiuti di Torino, a utili record, nell’ordine dei 13 milioni di euro che fanno da contraltare a un servizio non sempre impeccabile. Anzi, le proteste sotto la Mole su pulizia e organizzazione del servizio (a partire dalle isole ecologiche) sono piuttosto intense. Ora è iniziato il braccio di ferro sulla successione.

Questa mattina, a Palazzo Civico, nell’ufficio del sindaco Stefano Lo Russo c’erano il presidente di Iren Luca Dal Fabbro, Eugenio Bertolini, amministratore delegato di Iren Ambiente e la presidente di Amiat Paola Bragantini. Assente, seppur in un primo tempo “annunciato”, Cesare Beggi, segretario del patto di sindacato che regge la goverance della mulutiutility. Una riunione ritenuta necessaria dopo i segnali di inquietudine manifestati dal sindaco che sin dal suo insediamento non ha mancato di rimarcare le criticità del servizio di Amiat. “Torino è troppo sporca” è stato il messaggio recapitato dal primo cittadino lo scorso anno, a pochi mesi dalla sua elezione, quando chiese senza troppi giri di parole cento nuove assunzioni: una vera e propria task force, per pulire la città e risolvere il problema delle isole ecologiche, mal digerite dai cittadini e non a caso accantonate dopo la sperimentazione di Torino che infatti si sente come la cavia di un sistema che ha la sua testa a Reggio Emilia. Inoltre, c'è chi a Palazzo civica punta il dito su decisioni che hanno, nei fatti, messo l'azienda nelle mani di un sostanziale monopolista, la Nord Engineering, che fornisce attrezzature e tecnologie per la gestione delle isole.

Ma a chi spetta, a questo punto, il testimone di Riu? Su questo i pareri sono divergenti. Certo, i patti parasociali indicano chiaramente in Iren, che controlla l’80% di Amiat, il compito di indicare il nuovo amministratore delegato, ma Lo Russo non intende accettare qualunque nome senza batter ciglio. “Serve un profilo che conosca la città e che lavori per migliorare il servizio” è il messaggio recapitato questa mattina a Dal Fabbro. Punto di vista che cozza con le contorte dinamiche di Iren in cui la filiera ambientale è di fatto appaltata ai soci emiliani che hanno nel vicepresidente del gruppo Moris Ferretti il loro uomo forte (e ulteriormente rafforzato con la delega del personale ottenuta nell’ambito dell’ultima riorganizzazione seguita alla nomina di Paolo Signorini come ad del gruppo). L’Energia è invece sotto l’egemonia di Torino, mentre la business unit Mercato gravita attorno alla Lanterna. Per questo in Iren hanno preso a circolare nomi che ben poco hanno a che fare con Torino, a partire da quello di Giovanni Chinosi, direttore Operations di Iren Ambiente, oppure di Enrico Iannone manager di San Germano, società attiva in cinque regioni e che per conto di Iren opera all’interno dei consorzi ambientali. Profili su cui il sindaco nulla ha da eccepire dal punto di vista professionale ma che certo non conoscono la città e rispondono a un capo che sta a trecento chilometri di distanza.

Come finirà? La riunione è stata interlocutoria. Ognuno ha ribadito le proprie posizioni. Il compito di una sintesi spetta al presidente Dal Fabbro, che deve la sua nomina a Lo Russo e che ora il sindaco ha investito del compito di tutelare Torino in una partita che lui considera cruciale.

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