VIRUS IN RIPRESA

Covid, impennata di contagi.
In Piemonte bassa mortalità

Percentuale decisamente più bassa di vittime rispetto a gran parte delle altre regioni. Questa settimana 4 morti, la metà in quella precedente. Per gli esperti è il risultato delle campagne vaccinali con un'adesione molto alta. L'appello del ministero

Il Covid continua a crescere. Sale l’incidenza che passa dai 58 casi per 100mila abitanti di una settimana fa agli attuali 76 e segna un aumento anche l’indice di trasmissibilità Rt a 1,2 che torna al di sopra della soglia epidemica, così come i ricoveri che a livello nazionale passano dal 6,7% sul totale dei posti letto di area medica al 7,7. Una lieve crescita anche nelle terapie intensive, dall’1,4% all’1,5%, ma sempre a livelli per nulla preoccupanti.

Dati che, tutto sommato, confermano le previsioni in base alle quali nel periodo che va verso l’inverno il virus avrebbe segnato un aumento dei contagi, con il conseguente problema di una concomitanza con l’influenza i cui sintomi spesso sono comuni a quelli del Covid.

E proprio dai numeri che compongono il quadro tracciato settimanalmente dal ministero della Salute emerge un dato, in particolare, che riguarda il Piemonte e ne evidenzia una netta differenza rispetto alle altre regioni, in particolare quelle più simili per dimensioni, popolazione e vicinanza geografica. Dalla tabella balza all’occhio, soprattutto, il dato della mortalità che in Piemonte a fronte di dati percentuali relativi ai contagi e pure ai tamponi di altre regioni risulta decisamente inferiore. Un esempio: la Lombardia a fronte di 11.344 nuovi casi e 48.332 test effettuati conta nello stesso periodo 86 decessi, mentre il Piemonte dove i nuovi casi sono 4.105 e i tamponi 24.267, fortunatamente il numero delle vittime si ferma a 4, mentre la settimana precedente erano stati la metà. Anche confrontando i dati piemontesi con un altro territorio, quello dell’Emilia-Romagna, la differenza resta molto alta con 3.657 casi, 16.451 tamponi, ma 36 deceduti. Numeri di decessi inferiori a quelli del Piemonte si registrano soltanto nel Lazio dove con un numero di nuovi contagi assai simile (4.292) le morti sono state 3, in Sicilia 2 ma a fronte di soli 76 nuovi casi, in Umbria, oltre che in Val d’Aosta, Trentino e Basilicata dove non è segnalato alcun decesso.

La bassa mortalità in Piemonte secondo gli esperti della Regione va ricondotta soprattutto alle campagne vaccinali che, hanno sempre visto al primo posto per adesione proprio la popolazione piemontese. E sul valore dell’immunizzazione ripetuta è tornato il direttore generale della Prevenzione Francesco Vaia, rimarcando “l’importanza di promuovere l’offerta attiva delle vaccinazioni affinché, oltre all’importante lavoro dei dipartimenti di prevenzione, dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e delle farmacie, la vaccinazione sia disponibile anche negli ospedali e nelle Rsa, nonché negli ambulatori pubblici e privati che hanno in carico le persone fragili o affette da malattie croniche. Allo stesso modo – ha aggiunto Vaia – massima attenzione continuerà a essere dedicata alla sorveglianza dell’andamento epidemiologico di tutti i virus respiratori

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