PALAZZI ROMANI

Superbonus, ultime trattative per "salvare" 10mila cantieri

Dopo il pressing di Forza Italia, il ministro dell'Economia Giorgetti sta per sciogliere le riserve sull'incentivo. Lo spazio di manovra è ridottissimo: resta in piedi l'ipotesi di un Sal straordinario con una norma per evitare i contenziosi

Dopo il pressing di parte della maggioranza, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sarebbe pronto a sciogliere le riserve sul “salvataggio” dei lavori condominiali coperti dal Superbonus. L’obiettivo è evitare il caos che deriverebbe dall’uscita disordinata dal 90% di agevolazione – che in alcuni casi è ancora al 110% – per un più basso 70%. Anche cittadini e imprese chiedono al governo un intervento immediato. Secondo alcune stime attendibili sono almeno 10mila i cantieri ancora aperti dove si rischiano contenziosi legali: a fine novembre 2023 dovevano ancora essere cominciati lavori condominiali per 13 miliardi di euro, che in gran parte slitteranno a gennaio 2024. Resterà insomma un “buco” di oltre 3 miliardi, che qualcuno dovrà colmare.

Com'è noto, da gennaio 2024 la detrazione passa al 70%. Per concludere i lavori i proprietari si troveranno a dover coprire il 30% della differenza. Se i lavori non raggiungono il miglioramento di due classi energetiche dell’edificio, salta anche la detrazione del 70%. Lo spazio di manovra è però molto ridotto. Come spiega il Corriere, il ministero dell’Economia sta per ricevere i dati dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) sul tiraggio del bonus a dicembre. Se inizialmente si stimava una spesa di 14 miliardi di euro annui, ora si starebbe viaggiando a quasi il quadruplo, circa 50 miliardi. “È un problema che nasce dalle stime sbagliate sui costi a carico del bilancio pubblico, e che è stato gestito ancora peggio”, ha evidenziato Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera. “Per Forza Italia questo governo, pur avendo subito una pesante eredità da quelli precedenti, non deve deludere le aspettative di condomìni e aziende oneste”, ha aggiunto.

Cosa ha intenzione di fare il governo? Come ipotizzato nei giorni scorsi, prende corpo la soluzione del senatore Guido Quintino Liris (Fratelli d’Italia), che prevede l’introduzione di un Sal straordinario al 31 dicembre, che certifichi la detrazione completa per i lavori realizzati fino a fine anno. All’interno del Sal straordinario verrebbero ricomprese tutte le spese collegate a fatture e inviate allo Sdi (Sistema di interscambio) entro il 12 gennaio 2024. In questo modo, insomma, verrebbe massimizzata la quota di spese assorbite dai bilanci pubblici del 2023. Un’operazione che avrebbe naturalmente un costo. Il Sal straordinario consentirebbe di spostare due miliardi di spese dal 2024 al 2023. Nonostante l’aggravio sul deficit, l’operazione è possibile perché per quest’anno si possono utilizzare 15 miliardi di coperture extra messi a disposizione dal decreto Anticipi. E sugli eventuali contenziosi? Allo studio del governo ci sarebbe una norma ad hoc, visto che gli sconti non più coperti dallo Stato dovranno essere coperti dai committenti, a meno di non voler perdere le agevolazioni sull’intero lavoro. Se anche le imprese decidessero di non incassare, in tutto o in parte, la quota non agevolata, perderebbero poi l'agevolazione su tutto.

Infine, come spiega il Corriere, non si esclude una stretta sul bonus al 75% per la rimozione delle barriere architettoniche, con sconto in fattura e cessione del credito, che ha già sostituito il Superbonus 110% nelle unifamiliari. L’incentivo è molto appetibile dato che copre molti interventi, compresi quelli su finestre e serramenti, con limitazioni non stringenti.

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