VERSO IL VOTO

Regionali, tempo da Lupi per Cirio

I centristi dell'ex ministro si preparano a fare la quarta (o quinta) gamba del centrodestra in Piemonte. Liste in tutte le province. Ma l'unico seggio che si prospetta è quello assicurato dal maggioritario. E il posto lo ha già prenotato l'ex senatore Berutti

Faceva caldo, ma il clima elettorale era ancora temperato quella domenica d’agosto quando al ristorante Bolongaro sul Lago Maggiore s’attovagliò un’allegra comitiva di politici e amministratori locali piemontesi uniti, nel comune sentire e nel non meno forte desiderio di continuare a farsi sentire, dalla figura di Maurizio Lupi. Agevolato dalla geometria squadrata del desco e quindi esentato dal dover ricorrere all’assunto dalemiano – “capotavola è dove mi siedo io” – l’ex senatore Massimo Berutti, alla fine, levò il calice seguito da tutti gli altri in un brindisi che era solo la prova di quello cui il politico di Tortona si prepara per il giorno in cui il Piemonte conoscerà l’esito del voto per la Regione.

Sono passati sei mesi da quella scampagnata sulle rive del Verbano con compagni di cammino come il consigliere comunale di Torino Pino Iannò, quello di San Damiano Luca Quaglia e di Domodossola Fabio Basta, insieme a un po’ di sindaci tra cui quello di Crodo, Ermanno Savoia. Nel frattempo, le più austere sale dell’NH Hotel di Torino, a fine settembre, avrebbero ospitato una platea assai più vasta attirata dalla presenza proprio di Lupi, che accanto all’amico Alberto Cirio aveva di fatto annunciato l’intenzione di Noi Moderati, di partecipare alla competizione elettorale piemontese con una propria lista, rivendicando quella rappresentanza centrista nell’ambito del centrodestra, sempre più destra e sempre meno centro.

La sera di San Silvestro Berutti aveva di nuovo il calice pronto a levarsi. Per salutare il nuovo anno, ma anche perché qualcosa appare per lui assai più definito rispetto al pranzo lacustre e pure al convegno settembrino. Prova a sviare sugli auguri l’ex senatore, ma sorride ammiccante allo scenario di un suo ritorno a Palazzo Lascaris, dove sedette la scorsa legislatura fino alla sua elezione a Palazzo Madama nel 2018.

Lo schema sarebbe già in fase avanzata con da una parte la formazione lupesca presente con una propria lista in tutte le province senza neppure dover passare dalle forche caudine della raccolta firme e, soprattutto, dall’altra un posto nel listino del presidente prenotato proprio per Berutti. Un accordo di massima ci sarebbe già tra Lupi e Cirio, con quest’ultimo che vede ampliare l’offerta centrista oltre la sua lista civica, pur senza timori vista la matematica certezza di non eleggere alcun candidato della formazione di Noi Moderati.

Timori che se non sussistono per la lista di Cirio, altrettanto non si può dire per Forza Italia, sempre più stretta in una tenaglia centrista che rischia concretamente di ridurne ulteriormente il peso e l’esito elettorale. Un fuoco “ex amico” quello contro gli azzurri, visto che proprio dalle fila berlusconiane proviene, come quasi tutti gli altri, Berutti. L’ex sindaco di Montemarzino, all’epoca molto vicino al governatore della Liguria Giovanni Toti, fu uno dei primi ad aderire al progetto di Cambiamo, poi a Coraggio Italia e Italia al Centro. Candidato non eletto alle ultime politiche per Noi con l’Italia-Udc che non ha superato lo sbarramento del 3%, Berutti prepara il suo ritorno “blindato” a Palazzo Lascaris, non senza provocare reazioni che saranno assai più visibili con l’avvicinarsi della definizione del listino, quella top ten (anche se gli ultimi posti possono ballare) che fa gola a tutti i partiti. Insomma tempo da Lupi, in tutti i sensi, per Cirio. 

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