VERSO IL VOTO

"Ricandidiamo Cirio in Piemonte", ma il caos in Sardegna blocca tutto

Zangrillo prova a mettere il governatore al riparo dalle fibrillazioni del centrodestra ma per l'incoronazione bisogna ancora attendere. Salvini non molla su Solinas e Meloni alza il tiro mettendo sulla graticola nientemeno che Zaia. La patata bollente nelle mani dei leader

L’appuntamento con le urne si avvicina e nel centrodestra scoppia la grana delle regionali. La spaccatura nella maggioranza di governo parte dalla Sardegna – divisa tra l’uscente Christian Solinas e l’esponente di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu – e si riverbera su tutte le realtà chiamate al voto. Non in Piemonte a quanto pare, dove quella che Matteo Salvini avrebbe voluto come regola generale (ricandidare tutti gli uscenti) non incontra ostacoli. “Noi siamo pronti, si ricandida Alberto Cirio che è un ottimo politico e ha esperienza, penso non ci saranno problemi a ricandidarlo e riconfermarlo”, afferma a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il ministro della Pubblica amministrazione e coordinatore piemontese di Forza Italia Paolo Zangrillo. Quanto alla Sardegna, spiega, “saranno Meloni, Salvini e Tajani a decidere, noi dobbiamo garantire l’unità del centrodestra. Mi auguro non ci si divida, evitiamo di fare quello che fa il centrosinistra”.

La realtà, però, con buona pace del fratello dell’ex medico personale di Silvio Berlusconi, è il caos. E se Cirio sembra non correre seri pericoli – per il suo appeal nell’elettorato e anche per mancanza di alternative credibili nei partiti alleati (l’assessore meloniana Elena Chiorino è indirettamente indebolita dalle vicende che coinvolgono Andrea Delmastro) non altrettanto può dirsi per il collega governatore della Basilicata e compagno di partito Vito Bardi, di Forza Italia. Qualora, come assai probabile, la Lega dovesse rinunciare alla Sardegna è proprio alla guida della regione lucana che punta per l’ex senatore e attuale commissario del partito Pasquale Pepe.

Nessun problema ovviamente per Marco Marsilio in Abruzzo, l’unico fratello uscente che, negli auspici della Meloni, dovrebbe presto essere attorniato da altri presidenti “patrioti” magari indicando suoi esponenti in quelle regioni (Emilia-Romagna, Toscana, Campania e Puglia) che andranno al voto nella tornata successiva. Ma la Merkel della Garbatella punta grosso e, a dar retta ai rumors di via della Scrofa, l’obiettivo vero sarebbe nientemeno che il Veneto. Infatti, le voci che parlavano di un compromesso secondo cui FdI avrebbe aperto al terzo mandato dei governatori consentendo l’anno prossimo a Luca Zaia di ricandidarsi, in cambio del passo indietro della Lega su Solinas, vengono smentite categoricamente dai massimi vertici del partito della presidente del Consiglio. La patata bollente passa nelle mani dei tre leader, toccherà a loro – in un incontro che dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni –  sbrogliare una matassa sempre più intricata e i cui fili sono attorcigliati con la competizione europea.

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