ASSISTENZA

Rsa in crisi: "Aumentare le rette" 

Appello di tutti gli operatori del settore alla Regione Piemonte. Per sostenere i rincari dei costi serve un incremento del 15% delle tariffe. A rischio il rinnovo dei contratti per oltre 18mila dipendenti

“Il welfare erogato dal settore dell’assistenza socio-sanitaria piemontese è a rischio”. L’allarme è lanciato da tutte le numerose sigle di rappresentanza del settore che chiedono alla Regione di adeguare, aumentandole, le tariffe entro la fine di febbraio ma con effetto retroattivo dall’inizio dell’anno.

“Con quelle attuali il sistema non può reggere – sostiene Michele Assandri, presidente regionale di Anaste – a fronte di una serie di rincari a partire dai costi dell’energia, è necessaria una revisione che alzi almeno del 15% le tariffe”. E mentre è in corso la trattativa con la Regione, in particolare con l’assessore Maurizio Marrone, gli operatori di un settore che conta in Piemonte oltre 18mila dipendenti avvertono, come fa Barbara Daniele di Legacoop, “in assenza di un adeguamento delle tariffe che tenga in giusta considerazione gli aumenti finora rimasti interamente sulle spalle dei soli operatori, c’è l’eventualità concreta che vengano messe a rischio la stabilità, la sicurezza, nonché la continuità stessa al comparto del welfare piemontese”.

Il problema è ulteriormente acuito dalla necessità di rinnovare i contratti di lavoro con i dipendenti e senza un aumento degli introiti attraverso la revisione delle tariffe, come ribadiscono tutti i rappresentanti dei gestori e proprietari delle Rsa, come spiega Michele Colaci, presidente nazionale di Confapi Sanità, “non sarà possibile sottoscrivere i nuovi accordi.Adeguare gli stipendi di tutti gli operatori del settore è importante e necessario, ma non sarà possibile farlo senza mettere mano alle rete, in alcuni casi ferme dal 2012”.

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