VERSO IL VOTO

Cirio va in porto (di Genova) e traccia la rotta dell'ultimo miglio

Il governatore molla un paio di sganassoni nella guerra di cifre col Pd ("Prima di noi sempre tagli"), poi parla di trasporti e logistica: "Vogliamo entrare nell'azionariato dello scalo ligure". Il 2023 è stato l'anno della ripartenza "ora dobbiamo correre veloci"

“Oggi è facile dire: manca personale nella sanità, devi assumere. Quando c’eri tu, hai fatto peggio”. Dà del tu all’opposizione il governatore del Piemonte Alberto Cirio. Per la conferenza stampa di inizio 2024 ha riunito la giunta nel Museo delle Scienze naturali (che riapre i battenti dopo 10 anni, anche solo per un paio di sale), e non si può dire che non fosse preparato: sciorina le cifre della sanità, taglia il nastro del museo, annuncia che la Regione è rientrata nell’azienda di logistica per l’Alessandrino Slala e che punta a farla entrare nell’azionariato del Porto di Genova. Un po’ di carne al fuoco per la cucina dei giornali a cui aggiunge qualche spezia, come una battuta (vaga) su Carlo Calenda, col quale afferma di “pensarla allo stesso modo”.

Il menù prevede come antipasto i “successi”, a partire da quelli economici, col Pil del Piemonte che cresce più della media del Paese, e con Torino che cresce più del resto del Piemonte. Due dati in controtendenza con cui raccontare il 2023, “l’anno della ripartenza”. Alle opere sbloccate – “penso per esempio al Grattacielo e al Parco della Salute” – nel 2024 si aggiungono i primi 8,5 km del Terzo Valico e tra una settimana partirà il primo treno diretto tra il centro di Torino e l’aeroporto di Caselle, e poi verso le valli di Lanzo. Quest’anno finiranno i lavori della prima canna del Tenda, dell’Asti-Cuneo “che abbiamo trovato ferma”, così come la Pedemontana, per cui sono partiti i cantieri, e la Tav con l’appalto della tratta italiana.

Il Piemonte è tornato anche “al centro della politica nazionale”, ospitando il Festival delle Regioni: una centralità che si conferma nel 2024, con il G7 dell’Energia e Ambiente previsto a Venaria Reale e quello della Finanza a Stresa. E sarà anche l’anno dell’operatività dell’Hub europeo di economia circolare di Stellantis, con l’obiettivo fondamentale sollecitato dalla Regione di un nuovo modello per Mirafiori". E poi il turismo, ovviamente, con l’assessora Vittoria Poggio che può annunciare il 10% in più di arrivi rispetto al 2019, segnale inequivocabile di quello che ormai è un trend consolidato.

Per l’ultimo scorcio di legislatura indica quattro priorità; sanità, lavoro, infrastrutture e la qualità dell'aria, “insieme al sostegno a famiglie, imprese e persone fragili”. Il piatto forte della campagna elettorale è ovviamente la sanità: “Al 31 dicembre 2023 lavorano nella sanità piemontese 2.066 persone in più di quelle presenti del 2019. È un dato in controtendenza rispetto al passato, infatti nei cinque anni della precedente amministrazione (guidata da Sergio Chiamparino) ne erano stati persi 424. Quanto ai posti letto – continua il governatore – al nostro insediamento ce ne erano 16.429, oggi sono 17.810. Nei cinque anni che ci hanno preceduti ne erano stati tagliati 1.563, noi invece ne abbiamo creati 1381 in più”. Numeri a cui da copione il Pd replicherà. Lui però mette le mani avanti e oltre a ribadire come la sanità pubblica sia al primo posto (con quella privata complementare), fa autocritica sul passato, perché era difficile “recuperare in cinque anni quanto è stato distrutto in decenni… da tutti, anche dal mio partito”.

Leggi qui i dati sulla Sanità

Del gotha torinese si vede solo la presidente di Ascom Maria Luisa Coppa, poi all’inaugurazione del Museo, a conferenza ormai chiusa, come per magia compaiono tutti: il presidente della Camera di commercio Dario Gallina e il segretario generale Guido Bolatto, l’immancabile signora degli A(g)nelli Evelina Christillin, l’assessora alla Cultura di Torino Rosanna Purchia, il vicepresidente del Consiglio regionale e possibile avversario di Cirio alle regionali Daniele Valle, il direttore del Museo Egizio Christian Greco e anche l’ex sovrintendente oggi presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea Crt Luisa Papotti.

Il sempreverde motto per cui “bisogna lasciare le cose un po’ meglio di come le abbiamo trovate” è il suono della campanella: il governatore passa la mano ma non prima di essersi preso la prima mezz'ora di una conferenza in cui gli assessori fanno più che altro da tappezzeria. Con l’eccezione di Elena Chiorino, la potente meloniana biellese, che arriva in ritardo ma a cui Cirio dà subito la parola (oltre a un paio di baci sulle guance). Quando tocca a loro il brusio della sala è già cresciuto, segno di un’attenzione ormai scemata. Cirio si muove da un lato all’altro della sala con la scusa di passare il microfono, confabulare con la portavoce, e ovviamente fare premesse e postille a ogni intervento dei suoi assessori. Che invita pure a essere brevi “prima che il mastodonte se ne vada”, scherza indicando l’enorme scheletro giurassico che rischia di crollare dalla noia. Sul finale, preso dall’entusiasmo, esagera. Prima parte coi buoni sentimenti verso la giunta – “Abbiamo visto tante giunte litigiose, noi siamo compatti” – e passi, poi però si allarga sul Consiglio regionale (dove non si ricordano neanche più che faccia ha, visto che passa in media per cinque minuti una volta ogni due mesi): “Una volta c’era scollatura tra Consiglio e giunta..”. Invece oggi?

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