TRAVAGLI DEMOCRATICI

Laus strapazza Gribaudo, la sinistra invoca la museruola

Toni sopra le righe, ma il deputato dem svela un segreto di Pulcinella: se il Pd è ancora al palo lo deve all'ingresso in campo della deputata di Borgo San Dalmazzo che ha solo complicato la partita. "Avrebbe fatto meglio a tacere", il rimbrotto di 5 parlamentari schleiniani

Ci è andato giù per le trippe Mauro Laus, deputato e uomo forte del Pd piemontese. A finire sotto il fuoco, per nulla amico, del fumantino capo della componente riformista del partito, è la parlamentare schleiniana Chiara Gribaudo, scesa in campo come possibile candidata alle Regionali in Piemonte in alternativa a Daniele Valle, fino a qualche mese fa il più accreditato a guidare la competizione contro Alberto Cirio. E proprio le modalità della dichiarata “disponibilità” della deputata di Borgo San Dalmazzo, segnata da improvvise accelerate seguite ad altrettanto repentine frenate, ad aver scatenato l’ira funesta di Laus: “Mentre si lavora a un’alleanza anti Cirio, rilancia le primarie. Così si infesta il partito. Siamo appesi a un filo e lei irrompe nel dibattito irrigidendo il quadro. Una scelta improvvida e inopportuna”, ha detto alla Stampa. Al netto dei toni, a dir poco sopra le righe, si tratta di un giudizio che riprende la reazione registrata tra i 5 Stelle all’indomani dell’ennesima (e condizionata) “disponibilità” della vicepresidente del Nazareno.

Parole che, com’era prevedibile, hanno offerto la miccia alla polemica interna. Ad accenderla i cinque parlamentari della sinistra – Mauro Berruto, Federico Fornaro, Andrea Giorgis, Cecilia Guerra e Anna Rossomando – che censurano l’iniziativa del compagno di partito, definita “incomprensibile sul piano del metodo dell’attacco personale e diretto, e del tutto controproducente sul piano del merito. Un bel tacer non fu mai scritto”. A detta della cinquina dem “in questa fase, sarebbe invece il caso di far prevalere, tutti nessuno escluso, le ragioni della responsabilità e di un progetto politico, sociale e culturale alternativo e competitivo alla destra al governo e in regione, come il segretario, la segreteria e il gruppo dirigente del Pd piemontese stanno faticosamente cercando di costruire”. Proprio domani a Torino è in programma il secondo incontro tra Pd e M5s per verificare se esistono le condizioni di un accordo in vista del voto in Piemonte. Dopo il primo, il 4 gennaio, le posizioni erano rimaste distanti. Ora pare aprirsi un abisso.

print_icon