VERSO IL VOTO

Il Pd torna a guardare ai renziani
(con un occhio ai dissidenti di Azione)

Grande confusione al centro in vista delle regionali del Piemonte. Il naufragio della trattativa con il M5s potrebbe riaprire il dialogo con Italia viva (che intanto prova a sedurre i delusi di Calenda e lavora a una lista). Si attendono notizie da Roma

Si diceva una volta, avanti al centro contro gli opposti estremismi. E il centro è proprio la direzione in cui potrebbe tornare a guardare il Partito democratico piemontese, appena si concluderà il diuturno quanto inconcludente tira e molla con il Movimento 5 stelle. “Noi siamo alternativi a loro” ha sempre detto la renziana Silvia Fregolent, senatrice e numero uno del partito in Piemonte, riguardo ai pentastellati, pur confermando che il centrosinistra restava il primo interlocutore. Mentre Azione – su spinta di Enrico Costa – andava a destra, Fregolent e il collega ossolano Enrico Borghi, hanno spostato la componente renziana dal (fu) terzo polo sulla sponda opposta. In autunno ha anche avanzato il nome di un possibile candidato, l’ex sindaco civico di Cuneo Federico Borgna, che però da tempo si è eclissato nell’attesa di una (improbabile) nomina a capo in Fondazione Cr Cuneo.

Una situazione di stallo in attesa che qualche tassello, andando al suo posto, sblocchi anche gli altri. Intanto i contatti sono all’ordine del giorno ed è la stessa Fregolent a raccontare di un filo diretto con alcuni dei dissidenti di Azione. Quel gruppo di dirigenti che non ha intenzione di votare a destra e che attende solo l’ufficialità della decisione per fare le valigie. Tra loro c’è l’ex coordinatrice di Torino Cristina Peddis o Massimo Giuntoli, già presidente dell’Ordine degli Architetti e candidato nel partito di Carlo Calenda alle scorse elezioni politiche, che nelle settimane scorse si è presentato a Roma dall’ex ministro per proporsi come candidato presidente in una ipotetica corsa solitaria. Respinto con perdite. Lo stesso Gianluca Susta, dopo aver abbandonato il ruolo di segretario regionale, non ha smesso di esprimersi contro un qualunque apparentamento con i partiti della destra di governo. In trincea ci sono almeno altri tre ex coordinatori provinciali: Davide Dellarole di Biella, Sergio De Stasio di Novara e Davide Pozzo di Verbania.

Grande è la confusione sotto il cielo, per dirla con il Timoniere. Ma per ora di eccellente c’è poco, giacché si tratta di un dissenso difficile da organizzare, visti anche i rapporti che hanno sempre contraddistinto i due fronti. C’è uno spazio al centro che Italia viva potrebbe occupare anche perché Azione non presenterà il proprio simbolo alle regionali, ma si limiterà a sostenere un drappello di suoi candidati nella lista civica di Cirio. Quale occasione migliore, per il partito di Matteo Renzi? “Stiamo già raccogliendo le adesioni per presentare una lista con il nostro nuovo simbolo, quello del Centro-Renew Europe” ammette Fregolent. Per andare da soli o con il centrosinistra? “Noi abbiamo sempre detto di essere pronti a sederci al tavolo qualora ci fossero state le condizioni. Finché il Pd dialoga con il M5s quelle condizioni non ci sono”. Presto potrebbero esserci.

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