SANITÀ

Liste d'attesa, cambia (quasi) tutto.
Meno prenotazioni e più controlli 

In Piemonte si vara il piano Sottile. Alle Asl i fondi straordinari solo per le prestazioni effettuate. Verifiche della Regione (e della Corte dei Conti). Creato un percorso di diagnosi e cura che eviterà ripetuti ricorsi al Sovracup. Le disposizioni alle aziende sanitarie

Se non sarà una rivoluzione, il nuovo sistema per ridurre finalmente le liste d’attesa in Piemonte, poco ci manca. Non cadranno teste (almeno per ora), ma a finire sotto la ghigliottina sono procedure, protocolli e prassi che nonostante le ripetute iniezioni di risorse economiche, fino ad oggi, hanno impedito che i più volte annunciati buoni propositi si tramutassero in fatti concreti, lasciando i pazienti a dover fare i conti con tempi troppo lunghi.

Brevi, se non brevissimi, al contrario, i tempi dettati dalla Regione alle Asl e alle strutture accreditate della sanità privata per mettersi al passo con il piano predisposto dal direttore regionale della Sanità Antonino Sottile e, per alcuni aspetti, mutuato da esempi che arrivano da numerosi Paesi europei con risultati più che positivi. Sarà la volta buona? Gli auspici abbondano e più di un presupposto parrebbe lasciar ben sperare anche se un ritorno a parametri normali, considerata la mole di arretrati, non potrà certo avvenire a breve termine.

Il primo incontro con i vertici dell’azienda sanitaria e quelli delle strutture private del territorio, Sottile lo ha appena avuto con l’Asl Città di Torino sul cui territorio opera oltre il 70% dell’imprenditoria sanitaria che ha una parte determinante nel piano finalizzato alla riduzione delle liste d’attesa sul territorio regionale e per il quale il governatore Alberto Cirio ha recentemente annunciato ulteriori risorse per 25 milioni. Proprio come impiegare al meglio i soldi messi in campo è uno degli aspetti innovativi del piano che dopo l’incontro con l’Asl diretta da Carlo Picco sarà illustrato al resto delle Asl, a partire da quelle di Novara e Alessandria i cui vertici, insieme ai rappresentanti delle cliniche e dei laboratori privati dei rispettivi territori, sono convocati lunedì al quarto piano del grattacielo. 

Fino ad oggi le Asl ricevevano i fondi con cui pagare le prestazioni fornite dai privati in un plafond che veniva messo a bilancio senza, tuttavia, che il suo reale impiego fosse monitorato costantemente e con il rischio che quei soldi, per mille e una ragione, potessero restare in parte nelle casse delle aziende vanificando più o meno pesantemente lo scopo. Non è un caso che nell’autunno scorso la Corte dei Conti abbia avviato un’indagine su tutto il territorio nazionale proprio per verificare le procedure con cui sono stati utilizzati i fondi straordinari erogati per ridurre i tempi necessari a ottenere prestazioni sanitarie. Le nuove regole imposte dalla Regione, anche in virtù delle indicazioni della magistratura contabile, prevedono che dalle sue casse i soldi per le liste d’attesa escano dirette alle Asl e da queste girate ai privati solo a fronte dell’attestazione dell’avvenuta prestazione a favore del paziente. Ogni mese o con scadenze che saranno concordate saranno, insomma, pagate le visite, gli esami, i ricoveri effettivamente eseguiti e questi dati verranno costantemente monitorati non solo dalle Asl, ma anche dagli stessi uffici del Regione. 

Altra novità che dovrebbe abbattere i tempi di attesa e ridurre i disagi per i cittadini riguarda quello che viene definito il “percorso”, ovvero il collegare strettamente tutte le eventuali prestazioni sanitarie che derivino dalla prima visita effettuata o da un esame diagnostico, facendoli ricadere nel piano finanziario straordinario e, soprattutto, evitando ai pazienti di doversi rivolgere nuovamente al Sovracup per le ulteriori prenotazioni. Questo riguarda sia le strutture private, sia il pubblico dove sotto alcuni aspetti questa procedura in parte avviene già, ma è proprio lo sgravare i pazienti dal passare da una prenotazione all’altra il risvolto più importante. “Un sistema – per il direttore dell’Asl Città di Torino, Picco – decisamente innovativo che può migliorare la qualità del percorso del paziente e sgravare i centri di prenotazione da una serie di attività, essendo gestite a priori. Inoltre, si assicurerà un’ulteriore appropriatezza delle prescrizioni, altro tema con cui deve fare i conti il sistema sanitario”.

Il piano predisposto da Sottille, come anticipato dallo Spiffero, punta anche a incrociare la disponibilità delle cliniche, dei laboratori e degli ambulatori con le necessità della popolazione di quell’area in un contesto dove strutture pubbliche e private devono adattare i loro servizi ai bisogni dei pazienti, che dovrebbe ridurre di non poco gli spostamenti da un capo all’altro del Piemonte cui sempre più spesso sono costretti i pazienti per trovare il primo posto disponibile. Tant’è che alle strutture accreditate viene chiesto di fornire, nel giro di pochi giorni, la loro disponibilità per ciascuna prestazione. Intanto dai privati arriva già un deciso apprezzamento per il piano. “Il percorso che l’assessorato ha elaborato ha tutti i requisiti per riuscire a ridurre i tempi di attesa – sostiene Giancarlo Perla, presidente regionale di Aiop la principale associazione di rappresentanza della sanità privata –. L’impostazione data dal direttore Sottile negli incontri con le Asl e in quelli che si saranno, sarà utile per dare quei risultati che tutti si aspettano”. Da parte degli erogatori privati viene riconfermata “la piena disponibilità per garantire ai piemontesi prestazioni in tempi rapidi”. I prossimi mesi saranno cruciali per scoprire se davvero, questa, è la volta buona.

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