LA SACRA RUOTA

Sciopero "spintaneo" a Mirafiori

Airaudo dà fuoco alle polveri e prova a riprendersi la ribalta davanti ai cancelli Stellantis. Gli addetti delle Carrozzerie incrociano le braccia per un'ora a favore di microfoni e telecamere: "Dobbiamo salire anche noi sui trattori". L’iniziativa della Fiom irrita Fim e Uilm

Uno sciopero spintaneo più che spontaneo. Dopo un’assemblea della Fiom durata poco più di un’ora, nel primo pomeriggio un corteo di lavoratori della 500 elettrica è uscito in corteo da Mirafiori. “Dobbiamo salire anche noi sui trattori” avrebbe sbottato più di uno durante l'incontro. Al loro fianco il segretario piemontese della Cgil Giorgio Airaudo, che come avesse previsto l'epilogo dell'assemblea si è presentato con ampio anticipo; fuori dai cancelli un drappello di giornalisti avvisati per tempo sulla possibilità che "spontaneamente" gli addetti potessero incrociare le braccia tra le 15,30 e le 16,30. Così la Fiom prova a recuperare l’iniziativa dopo le accuse di reticenza nei confronti della Sacra Ruota. Una sudditanza che, almeno a sentire le accuse di Carlo Calenda, partirebbe dal leader cigiellino Maurizio Landini, che in cambio di buona stampa da parte del gruppo Gedi (controllato dalla Exor di John Elkann) avrebbe ammorbidito i toni nei confronti del padrone. Illazioni? Chissà. Ad alzare un sopracciglio sono stati i colleghi di Fim e Uilm, ignari di quello che hanno vissuto come un blitz, con buona pace dell’unità sindacale. “Se le cose stanno così, d’ora in poi vadano pure avanti da soli” si sfoga un rappresentante cislino. Dalla Uilm stessi mugugni: “Ora se la vedranno i segretari generali”.

Intanto, Airaudo e il segretario torinese Fiom Edi Lazzi suonano la grancassa a favore di taccuini: “I lavoratori sono preoccupati, vogliono mandare un segnale preciso alle istituzioni. Mirafiori non può chiudere”. E meno male che se ne sono accorti anche loro, così battaglieri ai tempi del referendum del 2011, alla vigilia degli investimenti di Sergio Marchionne, così sommessamente indulgenti oggi che l’azienda sbaracca. Nessun attacco alla proprietà, solo generiche attestazioni di solidarietà ai lavoratori. E mentre Airaudo strappa, a livello nazionale c’è chi cuce, come il segretario generale Fiom Samuele Lodi, che ha appena ribadito la volontà di collaborare con le altre sigle sugli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano: “I lavoratori chiedono con urgenza, dopo la lettera di Fim, Fiom e Uilm nazionali, di continuare a mettere in campo iniziative che spingano le Istituzioni a tutti i livelli a tutelare produzione e lavoro”.

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