VERSO IL VOTO

Piemonte, pressing dei civici sul Pd: "Datti una mossa, si vince al centro" 

Giaccone e Tresso presentano la loro lista in vista delle regionali e provano a suonare la sveglia ai dem, ancora inchiodati nella trattativa col M5s. Tra i candidati, a Cuneo l'ex sindaco di Borgo San Dalmazzo. Demos pronta a imbucarsi

L'amico ritrovato. Nel disastro organizzativo del centrosinistra, in vista delle regionali di giugno, almeno loro due riescono a non litigare. Il consigliere piemontese della lista Monviso Mario Giaccone e il leader di Torino Domani Francesco Tresso si uniscono per dare “un pilastro” a una coalizione instabile. È una reunion, visto che i due stavano insieme finché Tresso non fece nascere Torino Domani per le elezioni comunali del 2021 a Torino, rompendo il sodalizio.

Ora la coppia torna con una civica unitaria, con ogni probabilità l’unica nel centrosinistra, che unirà l’anima riformista di Giaccone col civismo più a sinistra di Tresso. Dopo dieci anni in Consiglio regionale, è il terzo giro per Giaccone, che è a favore dell’allargamento della coalizione il più possibile, ma ora è in difficoltà: “Noi siamo aperti a sinistra e 5 Stelle, però diciamo, non abbiate i paraocchi sull’area dei moderati, che è quella da contendere a Cirio”. Mette l’accento sull’affidabilità Giaccone (“in dieci anni ho visto passare tante sigle, noi siamo sempre qui”) ma anche sui risultati: “Siamo stati la seconda forza del centrosinistra sia alle regionali del 2019 sia alle ultime amministrative torinesi del 2021”.

Se è scontato che sarà lui il capolista a Torino, la seconda in lista sotto la Mole sarà con ogni probabilità Isabella Brianza, consigliera della Circoscrizione 1 di Torino Domani. Su Cuneo è la lista Monviso a dare le carte, con l’ex sindaco di Borgo San Dalmazzo Pierpaolo Varrone pronto a correre da capolista. Tresso, che a Torino fa l’assessore al Verde, non ha intenzione di lasciare il suo impegno in Comune e lo stesso vale per la sua consigliera in Sala Rossa Tiziana Ciampolini e per il presidente (eletto alla sette) Giorgio Giardina, il tessitore del riavvicinamento tra Giaccone e Tresso: “La sinistra è già ben presidiata da Marco Grimaldi e da un Pd molto a sinistra in questa fase” dice.

Giaccone stavolta proverà a non ripetere gli errori fatti alle elezioni torinesi del 2021, quando prestò il volto a una lista che poi elesse il radicale Silvio Viale ed Elena Apollonio di Demos. I due hanno iniziato ben presto a litigare finché si sono messi in proprio e ora agiscono in modo autonomo, condividendo ben poco con chi in Sala Rossa ce li ha fatti andare. Resta solido, invece, il legame con l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino, che infatti oggi era in platea. “Stavolta ci sarà una valutazione seria e scrupolosa” sui candidati, assicura Giaccone. Intanto, però, sotto la Mole i contatti tra Demos e Torino Domani proseguono e chissà, forse sulla giostra proverà a salire anche qualcuno dei radicali, o di Più Europa. Torino Domani vuole essere un “polo d’aggregazione del civismo a sinistra”, affermazione che rincuorerà chi sta cercando di imbucarsi. Dall'altra parte, Giaccone guarda ai riformisti torinesi di Azione, che non hanno troppa voglia di seguire il commissario piemontese Enrico Costa che li sta traghettando nel centrodestra. Insomma, il rischio accrocchio è sempre presente.

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