VERSO IL VOTO

"In Piemonte campo largo fallito". Napoli dà la sveglia ad Azione

Il dirigente calendiano butta sale sulle ferite di Pd e M5s: "Se le danno di santa ragione. Come si fa a dialogare con questa sinistra?". Un messaggio ai compagni di partito restii a sostenere Cirio. Poi la sentenza: "Schieramento senza strategia e direzione"

“Come si può dialogare con questa sinistra?”. Nella domanda che pone a se stesso e agli “amici” di Azione Osvaldo Napoli fornisce anche la sua risposta. Non è un mistero la sua scelta di campo per Alberto Cirio, in linea con il commissario Enrico Costa (e pure con lo stesso Carlo Calenda), mentre nella roccaforte di Torino resiste un gruppo, capitanato dall'ex segretaria provinciale Cristina Peddis, che di svoltare a destra non ha nessuna intenzione e minaccia la scissione.

Pd e M5s se le dicono e se le danno di santa ragione, in Piemonte e non solo. Interviste all’apparenza dialoganti, come quella di Conte, non servono a cancellare negli elettori la percezione di uno schieramento senza strategia e senza direzione” attacca Napoli che di Azione è stato il presidente fino al commissariamento seguito alle dimissioni di Gianluca Susta, e fa parte della direzione nazionale. “A pochi mesi dal voto regionale la sinistra piemontese non è ancora riuscita a individuare un candidato perché le divisioni sul programma e la scia di rancore lasciata dal dopo Appendino non ha esaurito ancora i suoi effetti” prosegue nel suo affondo.

Azione è divisa in due: non solo a Torino, anche in altre province come Biella, Novara e Verbania c’è uno zoccolo duro che tira verso sinistra e da settimane dialoga con Italia viva. I renziani sono coloro che potrebbero avvantaggiarsi di queste divisioni se riusciranno a presentare una lista con il simbolo (Azione, invece, dovrebbe confluire nella civica di Cirio). Certo, a sinistra resta il dubbio di chi sarà il candidato e quale il perimetro della coalizione, ma soprattutto permane quel senso di indeterminatezza che sconsiglierebbe anche i più audaci a buttarsi nella mischia. E così Napoli può infierire: “Chiedo agli amici e a quanti vorrebbero un confronto più aperto con la sinistra: come è possibile dialogare con chi non ha ancora individuato una direzione di marcia, un orizzonte futuro per la nostra Regione?”. “È giusto che anche in Azione ci sia un confronto aperto, trovando sempre una sintesi finale come accade nella buona politica – conclude – ma il vuoto nella sinistra piemontese, con gli episodi di scontri e insulti come è accaduto ancora oggi, non fa bene alla politica, nuoce a loro ma nuoce soprattutto alla democrazia. Il Piemonte è il laboratorio in cui si sta sperimentando il fallimento del campo largo”.

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