Nuovi incentivi pensioni per i medici che restano al lavoro

L'Enpam (Ente previdenziale dei medici e dei dentisti) interviene con un provvedimento 'tampone' per "incentivare i 'camici bianchi' vicini alla pensione a restare al lavoro più a lungo", perciò, per effetto di due delibere della Cassa entrate in vigore oggi, 1° marzo, gli iscritti "convenzionati e liberi professionisti che decideranno di andare in pensione dopo i 68 anni matureranno una pensione significativamente più alta". Lo si legge in una nota, nella quale il presidente Alberto Oliveti spiega "che siamo di fronte a un problema generato da anni di errata programmazione, che ha fatto entrare nel mondo del lavoro molti meno nuovi medici rispetto a quelli che sono andati e stanno andando in pensione. Il nostro ora è un provvedimento contingente, nell'attesa che diventino operative misure strutturali studiate dal governo per il ricambio professionale", aggiunge. La Cassa rammenta che, in verità, "un sistema di incentivazione per chi restava al lavoro esisteva già: i contributi all'Enpam versati dopo il 68° anno valevano il 20% in più, ma per i periodi lavorati dopo il 1° marzo questo vantaggio sarà moltiplicato. Per i liberi professionisti che pagano la contribuzione piena l'aliquota di rendimento salirà dall'1,25 al 3,25%, mentre per i convenzionati, che pagano contributi più alti dei normali liberi professionisti, le aliquote di rendimento passeranno dall'1,40 al 3,40%, nel caso dei medici di famiglia, e dal 2,1 al 4,1% nel caso degli specialisti ambulatoriali", si sottolinea. I liberi professionisti potranno beneficiare di quest'incentivo fino all'età massima di 75 anni, mentre i convenzionati fino a 72 anni, scrive, infine, l'Enpam.

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