Processo Teatro Regio: Guenno, nessun patto con Graziosi

"Non c'è stato nessun patto fra me e Graziosi". Lo ha detto Roberto Guenno oggi in tribunale a Torino, dove è comparso come imputato in una vicenda di presunti favoritismi al Teatro Regio. Il riferimento è alla nomina, nel maggio del 2018, di William Graziosi a sovrintendente. Guenno lavorava al Regio come tenore e, secondo l'accusa del pm Elisa Buffa, avrebbe sfruttato le sue conoscenze nel Movimento 5 Stelle, all'epoca in cui Chiara Appendino era sindaca di Torino, per aiutare Graziosi, da cui fu ricambiato con una promozione in un ruolo amministrativo. "Oltre ad essere un componente del coro - ha dichiarato Guenno - ero anche un sindacalista e fu in questa veste che, intorno al 2013, mi avvicinai alla Appendino, che allora consigliera comunale. In seguito, da attivista M5S, entrai nel 'gruppo di lavoro cultura' e, in particolare, nel sottogruppo dedicato al teatro". Il pm gli ha ricordato che il favorito verso la sovrintendenza era Giancarlo Del Monaco, 75 anni, e che "Graziosi sembrava essere la scelta B". "Del Monaco - ha risposto Guenno - è il figlio del grande tenore Mario Del Monaco ed è una persona eccezionale. Ma quando conobbi Graziosi, che era stato presentato da Pierluigi Bilengite (baritono ed ex consulente del ministero - ndr), rimasi colpito dalla sua visione manageriale. Sembrava la figura adatta per mettere ordine nel Regio, la cui situazione era a dir poco caotica". Quanto alla sua 'promozione a figura dirigenziale', Guenno ha detto di essersi limitato a presentare una domanda per un cambiamento di ruolo "anche per ragioni familiari dopo due decenni di palcoscenico al ritmo di 120 serate all'anno". "Che non ci sia stata una selezione - ha sottolineato - è normale. E' sempre successo così".

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