GIUSTIZIA

Dossieraggio, il caso all'Antimafia. Costa: "Secretare le informazioni"

Oggi ascoltato il procuratore nazionale Melillo, domani il pg di Perugia Cantone. Il deputato di Azione annuncia di aver presentato un emendamento per secretare le cosiddette Sos alle banche dati, anche prima delle indagini preliminari

Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, in audizione oggi alla Commissione Antimafia in merito all’inchiesta di Perugia relativa ai presunti dossieraggi. Nei giorni scorsi era stato lui stesso a chiedere di essere sentito, così come il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, che sarà ascoltato invece domani mattina alle 10. Entrambi saranno poi sentiti domani anche al Copasir, Melillo alle 12.30 e Cantone alle 14.30. crediamo sia doveroso”. È iniziata con queste parole l’audizione di Melillo. “La gravità dei fatti in corso è estrema – ha aggiunto –. Bisogna sottolineare la complessità estrema della corretta e rigorosa gestione delle banche dati dove confluiscono quelle e altre non meno delicate informazioni al fine della repressione dei reati”. “Ho chiesto di essere ascoltato affinché vengano colti i fatti e i problemi e per allontanare il pericolo di disinformazione, di speculazione e di letture strumentali di vicende che riguardano delicate funzioni statuali – ha proseguito –. Per tacere delle punte di scomposta polemica che sembrano mirare non ad analizzare la realtà e a contribuire alla sua comprensione e all’avanzamento degli equilibri del sistema ma ad incrinare l’immagine dell’ufficio e a delegittimare l’idea di istituzioni neutrali come la Procura nazionale antimafia e magari anche la Banca d’Italia”. Secondo Melillo “le Sos sono strumenti essenziali contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. E inoltre sono uno strumento fondamentale anche per l’esercizio delle funzioni di impulso e coordinamento investigativo del mio ufficio. Le Sos sono strumenti delicatissimi, contengono dati, notizie e informazioni in grado di profilare chiunque e di rivelare la natura delle nostre relazioni personali e sociali: da questo deriva che l’uso delle Sos deve essere circondato dal massimo rigore delle procedure di accesso e di controllo successivo e deve avvenire nei limiti e all’esclusivo fine dell’attribuzione di ciascuna istituzione coinvolta”.

Nel frattempo, sono emersi altri elementi sulle persone finite sotto la lente di Cantone. Degli otto giornalisti indagati a Perugia, infatti, cinque indicati come tali nei capi d’imputazione riportati nell’invito a comparire per Pasquale Striano non risultano iscritti né all’Albo dei giornalisti professionisti né a quello dei pubblicisti. Oltre a Nello Trocchia, Giovanni Tizian e Stefano Vergine del quotidiano Domani c’è una quarta cronista non indicata negli elenchi professionali, nei quali era presente fino al 2007, che svolge effettivamente l’attività di cronista. Secondo quanto si apprende in atri casi si tratterebbe di persone che collaboravano con quotidiani locali cartacei senza essere iscritte però all’albo professionale. I loro nomi sono accostati in concorso di reato con Pasquale Striano “in qualità di giornalisti richiedenti informazioni” che avrebbero sollecitato e ricevuto dal finanziere all’epoca in servizio all’Antimafia. Striano effettua 26 accessi per G.S. 35 per D.C., 5 per S.V., 2 per R.N., che sono i quattro dichiarati giornalisti ma non iscritti.

Intanto, mentre il caso provoca indignazione tra le forze politiche, ad assumere una prima iniziativa è Enrico Costa di Azione. «Ho scritto un emendamento che presenterò la prossima settimana al decreto sicurezza ora all’esame della Commissione Giustizia della Camera per far sì che le “Segnalazioni di operazioni sospette” vengano coperte dal massimo segreto sin dall’inizio», annuncia intanto l’ex viceministro alla Giustizia, commentando gli oltre 800 accessi abusivi alle banche dati per raccogliere informazioni anche su personaggi politici. «Nel 2023 ci sono state 150mila segnalazioni di operazioni sospette, per la stragrande maggioranza finite nel nulla. È incivile che finiscano sui giornali», spiega Costa. Le segnalazioni di operazioni sospette (Sos) rappresentano le transazioni finanziarie sospette che gli operatori sono tenuti a segnalare e sulla cui legalità la magistratura deve fare luce. Pasquale Striano, coinvolto nell’inchiesta di Perugia, avrebbe compiuto ripetute ricerche su queste transazioni, senza trovare informazioni rilevanti. Ora, la proposta di Costa, che verrà concretizzata con l’emendamento al decreto sicurezza, è quella di mettere il segreto anche nella fase precedente a quella delle indagini preliminari. Dove il codice prevede comunque la secretazione degli atti.

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