SANITÀ MALATA

Gettonisti, guerra di carte bollate.
Stop (parziale) al piano Bertolaso

Ricorso di una società contro lo delibera della Lombardia a medici delle coop. Il Tar ne sospende una parte, l'ex Capo della Protezione Civile: "Teniamo il punto e ci rivolgeremo al Consiglio di Stato". Manca un tetto alle tariffe come per gli altri privati

Mancano i medici, ma non le carte bollate. La questione dei gettonisti forni da cooperative e società di servizi a costi spesso esorbitanti si sposta, infatti, sul terreno legale. Accade in Lombardia dove l’assessore alla sanità Guido Bertolaso si è visto sospendere in via cautelativa da parte del Tar una parte della delibera con cui, nei mesi scorsi, aveva avviato un’operazione tesa a uscire dal monopolio senza controllo di fornitori di medici a gettone, vietando ulteriori contratti di questo tipo e aprendo alla contrattazione diretta con i professionisti con costi prefissati e decisamente inferiori.

La più che prevedibile reazione della controparte non si è fatta attendere. Una della società che forniscono i camici bianchi, la Gap Med spa, lo scorso 13 dicembre aveva presentato ricorso contro la delibera e pochi mesi dopo è arrivata la decisione della giustizia amministrativa. Dell’atto firmato da Bertolaso i giudici, in attesa di esprimersi il prossimo ottobre sul merito, hanno sospeso la parte che prevede il divieto di stipulare nuovi contratti con coop e società di servizi, lasciando inalterato il resto ovvero l’alternativa su cui la Lombardia punta per non restare ostaggio dei fornitori di medici e, soprattutto, ridurre i costi. 

"Le cooperative – commenta Bertolaso – hanno reso un business la professione medica e, di conseguenza, agiscono come società cercando di tutelare i propri interessi economici. Evidenzio – aggiunge l’ex capo della Protezione Civile – che la società che ha fatto ricorso ha dichiarato di perdere introiti per circa 30 milioni in Lombardia, metà del proprio fatturato annuo, una cifra decisamente importante che ci dà anche la misura di quanto questo sistema sia iniquo”. Bertolaso, dal canto suo, annuncia anch’egli il ricorso alle carte bollate: “Teniamo il punto e continuiamo sulla nostra strada, anche facendo appello al Consiglio di Stato su questa ordinanza”.

Una decisione, quella assunta dalla Regione governata da Attilio Fontana, che chiudendo all’intermediazione di manodopera, sia pure altamente qualificata, non aveva che anticipato i provvedimenti già presi dal ministro della Salute Orazio Schillaci e che dovrebbero portare entro l’estate a una riduzione ai soli casi eccezionali e senza possibilità di reiterazione il ricorso alle coop e società di servizi. Ed era stato lo stesso ministro a plaudire, condividendone le finalità, l’iniziativa di Bertolaso pronta ad essere seguita anche da altre Regioni, tra cui il Piemonte. È infatti evidente come un mercato senza alcun controllo sui costi, favorito dalla carenza di personale negli ospedali, rischia di far saltare i bilanci di più di un’Asl. Tant’è che proprio dal Piemonte, l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha ripetutamente richiesto, fin dallo scorso anno, al ministro Schillaci di porre un tetto nazionale alle tariffe per i gettonisti. Provvedimento fino ad oggi atteso invano e la cui assenza crea un vulnus nel sistema sanitario dove, al contrario, altri soggetti privati che operano nella sanità, come le cliniche e gli ambulatori in regime di accreditamento, sono soggetti a tariffe concordate e determinate con il ministero e soprattutto con le Regioni per ogni prestazione.

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