VERSO IL VOTO

Moratti in Europa per fare "Centro". 
In Piemonte volata alla lista Cirio

Tajani cala la regina di denari pensando per lei al ruolo di commissario europeo. Un duro colpo per Renzi e Calenda, ma pure nella Lega monta la preoccupazione. Nel dream team dell'ex sindaca di Milano anche Portas (che lavora alla formazione civica del governatore)

Lei si dice lusingata e spiega che rifletterà. Ma la suspence per avere la conferma della candidatura di Letizia Moratti in Forza Italia nella circoscrizione Nord Ovest è quella di un film dal finale scontato. Il regista dell’operazione, Antonio Tajani, cala la regina di cuori (e di denari) sul tavolo in cui il suo partito in rimonta, galvanizzato dal notevole successo in Abruzzo, intende giocare con il dichiarato obiettivo della doppia cifra. Nei piani del segretario azzurro, che non avrebbe certo annunciato l’offerta all’ex sindaco di Milano (insieme a quella rivolta a un altro precedente inquilino di Palazzo Marino come Gabriele Albertini) se non fosse sicuro della sua risposta, ci sarebbe un successivo scranno per Moratti, oltre a quello nel Parlamento europeo. Il ministro degli Esteri sarebbe pronto a un’azione diplomatica sia all’interno della maggioranza sia nelle cancellerie per aprire la strada all’ex presidente della Rai verso il posto di commissario che spetta all’Italia, oggi è occupato da Paolo Gentiloni.

Tuttavia, se quella della commissione di palazzo Berlaymont è una casella su cui incideranno diversi fattori ed equilibri, il seggio per Moratti nell’Europarlamento è tra le cose più sicure della prossima tornata elettorale. E questo è ben chiaro non solo ai vertici di Forza Italia, partito di cui l’ex sindaca meneghina è la presidente della Consulta nazionale, ma soprattutto figura di peso tant’è che di lei si parlò dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi come della figura cui affidare la pesante eredità.

La forza della candidatura Moratti è altrettanto chiara a chi ha ben più di una ragione per preoccuparsi, per non dire di peggio. Facile immaginare le reazioni in quell’area centrista dove si muovono, ognun per sé, Matteo Renzi e Carlo Calenda, i quali rischiano di vedere in parte prosciugato il loro già non enorme bacino elettorale proprio da colei che, entrambi, in passato avevano indicato come emblema dell’ormai scomparso Terzo Polo. Oltre ai centristi, pure la Lega ha motivo per temere la discesa in campo della Moratti, o comunque per non gioirne. I suoi trascorsi a Palazzo Marino, ma anche al vertice della sanità lombarda e, ancor più, i suoi solidissimi rapporti con il sistema produttivo del Nord, potranno creare qualche problema al partito di Matteo Salvini che rischia proprio di pagare la diminuita attenzione proprio verso quei mondi. Come accade quando a giocare sono i big, pure all’interno di Forza Italia c’è qualcuno che mastica amaro vedendo sfumare le pur labili possibilità di un biglietto per Bruxelles, com’è il caso dell’ex governatore piemontese Roberto Cota, ma pure di altri candidati, di fronte a pesi massimi in fatto di preferenze come, oltre a Moratti, l’attuale europarlamentare lombardo Massimiliano Salini e lo stesso Albertini. 

C’è tanta Lombardia, ovviamente, nella discesa in campo della Moratti, anche se l’altra grande regione che compone, insieme a Liguria e Valle d’Aosta, compone la circoscrizione elettorale si affaccia da dietro le quinte con un volto noto della politica, soprattutto quando in ballo ci sono proprio le elezioni, con i loro meccanismi e i loro riti. Nella macchina organizzativa della candidata c’è infatti, con un ruolo strategicamente importante, l’ex parlamentare torinese Giacomo “Mimmo” Portas. Ascoltatissimo oracolo delle previsioni di voto e non meno delle strategie – sua fu l’azzeccatissima invenzione del brand “Moderati”, ormai tra i più politicamente longevi – consumate da matricole e vecchie lenze come attesi supplì tra il Transatlantico e la buvette di Montecitorio, Mimmo sta lavorando da tempo nell’ombra alla candidatura annunciata da Tajani. Ma è lo stesso Portas ad agire, sullo stesso fronte, ma in Piemonte come uno degli artefici della lista civica di Alberto Cirio. Un trait d’union politicamente assai rilevante, con un’abbinata tra la candidatura europea di Moratti e la proposta civica alle regionali piemontesi che non potrà che avere un effetto di reciproco trascinamento, con indubbi vantaggi. 

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