FINANZA & POTERI

Profumo di soldi (e di poltrone), da Fideuram alla scalata dell'Abi

Uscito dal portone della Compagnia rientra dalla porta di servizio (con relativi benefit). Sfumate banca e Cdp l'ex ministro montiano punta alla poltrona di Patuelli, con il sostegno di Messina. Intanto è tornato rettore, di un'università telematica maltese, irritando corso Duca

Si era detto che l’uscita, anticipata di un paio di mesi, dalla Compagnia di San Paolo era propedeutica a maturare il periodo di freezing indispensabile per accomodarsi sulla poltrona di presidente di Intesa Sanpaolo. E se neppure le parole del dominus della banca, Carlo Messina, per nulla entusiasta di trovarselo alla guida del board, l’hanno scoraggiato, Francesco Profumo non ha intenzione di prendersi alcun anno sabbatico. Anzi. Chi ha ben presente l’insaziabile appetito di potere e denaro (non necessariamente in quest’ordine) non dovrebbe stupirsi nell’apprendere che per alcuni mesi l’ex presidente usufruirà di un ufficio e altri benefit (auto di servizio e rimborsi spese) garantiti dalla Fondazione 1563, ente strumentale della Compagnia, che ha in dote l’archivio di corso Vittorio Emanuele. Un gentlemen’s agreement motivato dall’esigenza di Profumo di condurre studi relativi al periodo in cui ha presieduto la Compagnia.

In verità, più che sulle sue memorie sta lavorando al suo futuro. Che, di certo, non è a un tavolino di un bar sulla darsena della natia Savona, ma vede stagliarsi approdi di ben altro tipo. Dopo aver fiutato il vento in varie direzioni – Cdp e, in ultimo, Intesa –compresa che non era la rotta giusta, ora Profumo sembra aver puntato la prua verso un porto sicuro e prestigioso qual è la presidenza di Abi, il cui ormai storico numero uno Antonio Patuelli vedrà concludersi il suo quinto e ultimo mandato proprio quest’anno.

Una navigazione, quella verso l’Associazione bancaria italiana, in cui Profumo può contare sul supporto di Messina come lui stesso aveva in qualche modo anticipato all’epoca del congedo dalla Compagnia: “Farò di tutto perché abbia posizioni importanti dappertutto” (sottinteso, non in banca). E l’occasione è arrivata, al punto da affrontare di petto quello che, almeno sulla carta, rappresenta un ostacolo: lo statuto dell’Abi prevede che al ruolo di presidente possano accedere solo i vertici di istituti bancari, come conferma Patuelli, al timone della Cassa di Risparmio di Ravenna. Intoppo superabile con una piccola modifica statutaria, estendendo la possibilità anche ai presidenti delle partecipate, come ha spiegato nei giorni scorsi lo stesso Messina al numero uno di Mps Nicola Maione. Un piano studiato nei minimi dettagli che, non a caso, contempla un’ulteriore poltrona in arrivo per Profumo, ovvero quella di numero uno di Fideuram, partecipata di Intesa. Et voilà.

Nel frattempo, per non tralasciare alcuna eventualità (anzi cercandole), Profumo la scorsa settimana ha bussato alla porta di Coima Sgr in piazza Gae Aulenti a Milano, protagonista di importanti investimenti immobiliari nel capoluogo lombardo (a cui anche la Compagnia di San Paolo ha partecipato) proponendosi per la presidenza, provocando sorpresa e non poco imbarazzo.

Due poltrone per uno? Nessun problema. Basti pensare che da circa un anno l’ex rettore del Politecnico è tornato ad essere rettore. Già perché nella collezione di incarichi ha aggiunto pure la guida dell’Università telematica Opit, Open Institute of Technology, accreditata a Malta. Un ruolo che sta suscitando parecchia irritazione in corso Duca degli Abruzzi, sulla cui bacheca aperta, sorta di forum telematico dell’ateneo, si affollano commenti non proprio benevoli rispetto ai diplomi sponsorizzati dal loro ex Magnifico. Reazioni che, ovviamente, coinvolgono buona parte del gruppo docente, assai irritato da quella concorrenza “straniera” sostenuta dall’insaziabile Profumo.

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