VERSO IL VOTO

Azione appoggia Bardi, ma ora frena su Cirio

In Basilicata il partito di Calenda (e Pittella) sceglie il centrodestra: "Un'alleanza programmatica, con obiettivi chiari e punti ben precisi". Quelli che mancano in Piemonte dove il governatore imbarca candidati senza riuscire a dare un profilo alla sua lista

Azione a due velocità. Mentre accelera in Basilicata, decidendo di appoggiare Vito Bardi, governatore uscente di centrodestra in corsa per un secondo mandato, frena in Piemonte dove il sostegno ad Alberto Cirio non sembra più così scontato. Nella regione lucana il partito di Carlo Calenda ha rotto gli indugi: “Dopo mesi di tentativi per costruire un’alleanza riformista in una regione dove il nostro partito ha conquistato una centralità prendendo il 12,2% alle elezioni politiche, abbiamo dovuto prendere atto della volontà del Pd e del M5s di tenere Azione fuori dalla coalizione – spiega Marcello Pittella, ex presidente Pd oggi uomo di peso della formazione azionista –. È evidente che l’obiettivo di questi partiti è anzitutto quello di ridefinire gli assetti dell’opposizione nazionale e lucana, piuttosto che lavorare per il buon governo della regione. Lo spettacolo di queste ore di candidati ritirati, rilanciati e bruciati; i conflitti interni al Pd e al M5s, l’assenza di qualsiasi ragionamento sul programma dimostrano che governare una regione con veti e conflitti non è possibile. E a questo soprattutto si dedica la sinistra lucana”.

Di fronte a questa situazione, l’indicazione arrivata dalla direzione regionale del partito, condivisa dal segretario nazionale, “è stata quella di strutturare un’alleanza programmatica, con obiettivi chiari e su punti ben precisi con la coalizione di centrodestra. Abbiamo incontrato il candidato presidente Bardi e abbiamo condiviso assieme elementi del suo programma sui quali costruire un’intesa. Spiegheremo ai cittadini, come abbiamo sempre fatto, le ragioni della nostra scelta e racconteremo con forza gli impegni e i nostri progetti per la Basilicata che condivideremo con la coalizione a sostegno del presidente Bardi”.

In Piemonte, dove l’appoggio al governatore uscente di Forza Italia sembrava scontato – mettendo in conto la contrarietà di una parte del partito, soprattutto torinese – nelle ultime ore arrivano segnali di raffreddamento, persino in uno come Enrico Costa, fino a ieri tra i più convinti a sostenere Cirio. A indurre lo stato maggiore di Azione a ripensare la collocazione non è certo il candidato scelto dal Pd, Gianna Pentenero, il cui profilo marcatamente di sinistra “cigiellina” semmai allarga le distanze dalle forze moderate e riformiste, quanto la composizione del rassemblement “civico” che dovrebbe rappresentare le componenti oltre il perimetro del centrodestra classico. A Cirio, in particolare, si rimprovera l’assenza di regia politica nel dare un’identità precisa alla sua lista, necessaria per evitare che diventi un caravanserraglio di candidati. “È il simpatico paraculo che conosciamo – dicono dalle parte dei calendiani – ma ora occorre che faccia delle scelte”. Come quella se mettere in lista un candidato – Silvio Magliano – che a meno di tre mesi dalle elezioni siede ancora sugli scranni dell’opposizione, essendo peraltro espressione di una formazione, i Moderati, che al Comune di Torino è organicamente con il centrosinistra con tanto di assessore.

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