VERSO IL VOTO

Renzi d’Arabia in Piemonte va col Pd

In Sardegna da solo, in Abruzzo sul campo largo, in Basilicata con la destra. In terra sabauda l'ex premier testa l'alleanza coi dem ma senza i grillini. Il duello con Delmastro impedisce un'intesa con Cirio. Ieri call con Pentenero: "Se ci vogliono ce lo chiedano"

Si chiude una porta e se ne apre un’altra. Chiamarlo portone, quello d’Italia viva, almeno elettoralmente parlando sembra eccessivo, ma certo l’esclusione del Movimento 5 stelle dalla coalizione che sfiderà Alberto Cirio in Piemonte potrebbe facilitare una piccola compensazione di voti: quelli della pattuglia renziana. Sono rimasti sulla porta fino all’ultimo, in attesa che arrivasse all’epilogo la surreale ed estenuante trattativa tra dem e pentastellati, ora sono pronti a saltare sul carro del centrosinistra. Non propriamente quello del vincitore.

Ieri, la coordinatrice regionale Silvia Fregolent ha avuto un primo colloquio con la candidata del Pd Gianna Pentenero in teleconferenza, assieme al suo vice Giuseppe Genoni, e all’onorevole Enrico Borghi: la strada sembra segnata ma per Italia viva mancano ancora alcuni passaggi formali. E nella politica, si sa, la forma spesso è sostanza. La sintesi è affidata a Fregolent: “Se pensano che possiamo essere utili ce lo dicano”. Dopo mesi a rincorrere i grillini, potranno pur farla una dichiarazione di apertura ai nemici amatissimi di Italia viva? Il messaggio è già stato recapitato al Nazareno e nelle prossime ore si attendono riscontri.

Certo oggi appare difficile che Matteo Renzi e i suoi possano decidere di sostenere il centrodestra. E non è tanto per Cirio, che sarà pure un liberale, ma soprattutto per i suoi alleati. Il Piemonte è la regione di Elena Chiorino e soprattutto del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro: i due che hanno accolto Renzi a Biella con un dromedario, tanto per sottolineare la familiarità dell’ex premier con il mondo arabo che riempie le sue tasce di petroldollari pur di non privarsi delle sue parole. Renzi è stato anche tra i più duri sul caso Pozzolo, l’onorevole pistolero dello scorso Capodanno. Per non sbagliare Delmastro, anche lui presente nella notte delle fondine, lo ha querelato.

Basti questo per spiegare quanto sia impervia la strada che porta dal Centro di Renzi a destra. “Ma non è una questione personale – puntualizza Fregolent – piuttosto di rispetto per le istituzioni. Se partisse un colpo dalla pistola mia o di chiunque altro entro poco ci ritroveremmo a risponderne; possibile che a tre mesi da quella storia non si sappia ancora cosa sia successo?

Nei prossimi giorni Italia viva e Più Europa torneranno a incontrarsi per stabilire se esistono gli spazi di una lista comune alle europee e in quell’occasione si potrebbero creare le basi anche per una collaborazione in Piemonte. E come in Azione che, mentre si sposta a destra deve far fronte alla resistenza di una minoranza interna che vorrebbe il Pd, anche in Italia viva, al contrario, c’è chi vorrebbe andare a destra. È il caso dell'ex sindaco di Tortona Gianluca Bardone, il quale avrebbe già anche un mezzo accordo con Cirio per candidarsi nella sua civica. Anche ad Asti e a Cuneo non mancano le perplessità. Su questo però Fregolent è tranchant: “Se qualcuno si candida con Cirio vuol dire che non fa più parte di Italia viva”.

print_icon