GLORIE NOSTRANE

Militante leghista da copertina, da Playboy alla corte di Salvini

Una cover della celebre rivista, il concorso da Miss Italia, poi il programma con Briatore e meteorina con Fede. Un passato da pin-up per la neo staffista del gruppo regionale del Carroccio. Ignoto il ruolo, ma Sara Salvi segue come un'ombra la consigliera Zambaia

Le manca una consonante e una vocale, ma in politica come nei giochi che la uniscono in identico destino televisivo, c’è sempre un jolly da giocare, una carta da scoprire. Lei Sara Salvi, avvenente e arrembante da quel di Pinerolo, con un cognome che pare quello del leader della Lega, sincopato a mò di sbrigativa affettuosità, qualcosa in passato, in verità, lo aveva scoperto calando i suoi assi sul patinato tavolo di Playboy, mica pizze e fichi. Era il 2014 e nella cittadina del Torinese si erano tirati fuori di tasca senza indugio, né imbarazzo, i cinque euro per la copertina dedicata alla conterranea. I casi della vita…

Una manciata di mesi prima, a fine dicembre del 2013 pure il suo quasi omonimo conquista le copertine, anzi le prime pagine. Con un quasi plebiscito Matteo Salvini manda politicamente in pensione Umberto Bossi e si prende da Lega. Finisce un’epoca e va in soffitta anche un bel po’ del vocabolario del Senatur, di cui la trasposizione virile della forza politica lumbard, l’arcinoto celodurismo, è forse tra i pochi neologismi scampati all’oblio. Sara era una ragazzina quando era un brulicare di concorsi per Miss Padania, versione autarchicamente nordista del concorso nazionale, quello a cui invece lei partecipò nel 2005, pur fermandosi alle selezioni. La stoffa, quella metaforica, c’era. L’altra, ovviamente, assai meno. Così come poi nella copertina di cui sopra.

“Sei fuori”, sentenziava qualche anno dopo Flavio Briatore nel suo The apprendice. Lei era dentro, eccome, nel ruolo di segretaria del boss, altrimenti detto dalle sua parti di Cuneo Tribula. Prima ancora che qualcuno potesse prevedere il suo impegno in politica, lei leggeva le previsioni del tempo, meteorina ai tempi in cui Emilio Fede era il colonnello Bernacca, “quando andava male era variabile”, del berlusconismo dalla tolda del Tg4.

Una carriera tra flash e riflettori per la pin-up…inerolese che, come per tante, un giorno indefinito finisce o, comunque cambia. Un intermezzo da responsabile di sala al Twiga, hostess al Domina Coral Bay di Sharm el-Sheik e poi, da cotanta mondanità e lusso, ai tristanzuoli corridoi di Palazzo Lascaris, dove peraltro la si vedrà poco. Il contratto con il gruppo regionale della Lega è più breve di una manciata di puntate con Briatore, dal 15 marzo al 30 aprile, quattromila euro. Sconosciuto l’incarico, anche se i social raccontano con le numerose foto della sua attività al fianco della consigliera regionale Sara Zambaia. Sara, stesso nome della quasi omonima di Salvini. Quasi un gioco del destino, che poi il destino un po’ te lo costruisci, come quella copertina in cui, lei con avana eroticamente tra le labbra, diceva “Il boss sono io”. Ci sarà qualcuno nella Lega che, finito il contratto, avrà l’ardire di imitare il Tribula dicendole “sei fuori”?

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