VERSO IL VOTO

Schiaffi di Bonino a Pizzarotti: divisi sugli stati uniti d'Europa

Dopo il precontratto firmato ieri sera coi renziani, la leader di Più Europa dà il via libera alla lista di scopo con tutti dentro, tranne Azione. E asfalta Pizzarotti: "Se è così convinto e innamorato di Calenda ci vada". Incognita su Renzi candidato

I nodi sono arrivati al pettine. Da settimane Federico Pizzarotti inondava l'ex Twitter con le sue rimostranze per il possibile accordo tra Più Europa, di cui è presidente, e Italia Viva. Sacrificato sull'altare del Terzo polo da Matteo Renzi, alle scorse politiche, l'ex sindaco di Parma gliel'ha giurata e ora c'è chi lo considera la quinta colonna di Azione in una forza ancora egemonizzata dagli ex radicali, fedeli a Emma Bonino. Ci ha provato in ogni modo a portare Più Europa in dota all'ex ministro, ma non ci è riuscito e ora minaccia strali contro il gruppo dirigente, mentre già viene svelato il simbolo della cosiddetta lista di scopo, con dentro anche Socialisti, LibDem e Volt.

Così oggi Bonino ha vuotato il sacco a Un Giorno da Pecora: “Bisognerebbe spiegare a Pizzarotti che una lista di scopo è una lista di scopo, se ancora non ha capito gli posso consigliare di leggere la Treccani”, ha cominciato commentando le  esternazioni di Pizzarotti per la possibile candidatura di Massimo Zambuto, genero di Totò Cuffaro. Poi la bordata: “Se è così convinto e innamorato di Calenda ci vada. Non ci siamo parlati ma da settimane mi sembra così, se si vuole far eleggere da Calenda faccia pure. Una proposta politica non è un carcere”. Mentre in Azione cresce la preoccupazione per quella che molti ormai considerano una “corsa in solitaria”. Ad agitare gli animi nel partito di Carlo Calenda sono alcuni sondaggi che circolano in queste ore. A sbandierarne uno è il consigliere regionale di Iv Luciano Nobili, che sui social scrive: “Italia Viva e Più Europa insieme sono già oltre il 6 per cento, Calenda al 2.5%”. La soglia di sbarramento al 4% comincia a creare apprensione almeno in una parte di Azione, di cui alcuni sottolineano la “condizione di solitudine politica”. Nessuno, in Azione, parla per ora a microfoni aperti. Ma i malumori restano sulla gestione delle alleanze da parte del leader. Alcuni tirano un respiro di sollievo nel vedere Azione fuori dal tandem Bonino-Renzi, altri la vedono come una sconfitta personale di Calenda. E Osvaldo Napoli, dalla segreteria di Azione, prova a placare gli animi: “Smettiamola di farci del male”. 

Ieri in via Santa Caterina da Siena, Raffaella Paita per Italia Viva e il segretario Riccardo Magi e Benedetto della Vedova per Più Europa hanno di fatto chiuso la trattativa con una fumata bianca. Bonino stessa ha detto: “Andiamo avanti con chi ci sta”. E ha chiarito come agli Stati Uniti d’Europa manchino solo alcuni dettagli.

Tante liste, ma i leader potrebbero non esserci. Bonino è ancora in forse: "Se miglioro sì, il vero impedimento che io ho è di tipo sanitario. Se sono in queste condizioni no, fisicamente è quasi impossibile". Non resta molto tempo per deciderlo, ma è in forse pure la candidatura di Renzi. Tempo fa aveva annunciato di volersi candidare in tutti e cinque i collegi in cui è divisa la Penisola. Lo farà anche nella lista di scopo? Bonino in radio ha detto che non l’ha ancora capito.

Per quanto riguarda Pizzarotti, ha replicato subito alla sua leader: “A te fa ridere che dipenda da me la presentazione della lista, va bene. Ma non fa ridere che dipenda dalle regole che il partito si è dato”. Un affondo sul fatto che Bonino ha specificato, sempre via radio, di non sapere cosa dica lo statuto di Più Europa. Lui invece lo ha letto con attenzione: “Ho scelto Più Europa fin dal 2019 proprio perché è un partito che ha deciso di funzionare secondo le regole, e non secondo il volere di un capo”. Ma cosa dice lo statuto? “Che le decisioni sulle liste vanno prese su proposta congiunta del Segretario e del Presidente, sulla partecipazione alle elezioni e sulle relative liste e candidature con la maggioranza dei 2/3 dei presenti”. E Pizzarotti controlla più di un terzo dell’assemblea. Come finirà? C'è chi preconizza la rottura con tanto di scissione con l'ex grillino che finirà a bussare alla porta di Azione, altri sostengono che troverà un accordo con Magi e Della Vedova. Difficile comunque che riuscirà a fermare il treno in corsa.

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