VERSO IL VOTO

Partita (quasi) persa alle Regionali, il Pd cerca la rivincita nei Comuni

In Piemonte centrosinistra rassegnato: senza l'alleanza con i 5 Stelle e con Pentenero candidata Cirio ha la vittoria in tasca. Meglio sfruttare la tradizionale debolezza della destra alle amministrative. Dal sogno di riconquistare Vercelli alla cintura rossa del Torinese

La riscossa Dem parte dai Comuni. E dove sennò? Nel Pd sono giù di morale, Gianna Pentenero arranca, non sfonda neppure nella base dei militanti, fatica anche a mettere insieme gli alleati. Per non dire di quelli irrimediabilmente persi, i 5 Stelle, che avrebbero potuto assicurare, almeno sulla carta, di poter competere con lo squadrone di Alberto Cirio. La partita delle regionali è impervia, le chances di vittoria prossime alle zero. Meglio pensare ai Comuni, specie quelli grandi dove il centrosinistra è notoriamente più forte e gli avversari tradizionalmente deboli.

Sono diversi quelli che andranno al voto in Piemonte, a cominciare dai capoluoghi dove il Pd può sperare in una bella sorpresa. L’idea è di tenersi Verbania, dove ha governato 10 anni con Silvia Marchionini e ora propone Riccardo Brezza, fresco di vittoria alle primarie, e tentare l’assalto su Vercelli, dove il centrodestra è in crisi nera. Infatti, dopo aver scelto di non rinnovare Andrea Corsaro, l’avvocato di Emanuele Pozzolo, ha puntato su Roberto Scheda, avvocato 82enne a cui gli assessori uscenti dovranno fare campagna elettorale dopo esserselo ritrovato all’opposizione per cinque anni. A sfidarlo ci sarà Gabriele Bagnasco, già sindaco dal 1995 al 2003, che ha soltanto settant’anni.

Più complicata la partita di Biella, dove Claudio Corradino nel 2019 vinse per un soffio ma Marzio Olivero, candidato di Fratelli d’Italia, dovrebbe riuscire a costruire un fronte ampio per tenere il capoluogo nell’alveo del centrodestra: Marta Bruschi, candidata della sinistra Dem, non parte favorita. La situazione potrebbe migliorare se riuscirà a incassare il sostegno dei 5 Stelle, con cui le trattative sono ancora in corso.

La “cintura rossa” – La vera sfida è a Rivoli, dove il centrodestra cerca la riconferma di Andrea Tragaioli. Lo hanno annunciato ufficialmente il 22 marzo, alla presenza dei coordinatori torinesi del centrodestra e del governatore Cirio. Il Pd ha puntato Alessandro Errigo, 41 anni, che per riconquistare la città del castello non potrà contare sul sostegno dei pentastellati, che fallita la trattativa fallita col Pd hanno mandato in campo Michele Boulanger. Dopo che Emanuele Bugnone perse per soli 160 voti nel 2019, Errigo tenterà il riscatto avendo dalla sua anche il sostegno della civica dell’ex maggiorente (ed ex sindaco) Nino Boeti, oggi presidente dell’Anpi di Torino.

Ma sarà l’unico big match metropolitano, perché altrove il Pd va sul velluto. A Collegno, la Stalingrado sabauda, dopo il decennio di Francesco Casciano i Dem lanciano il trentacinquenne Matteo Cavallone. Forza Italia ha deciso di andare da sola, candidando sindaco Alessandra Sardo, mentre Lega e FdI corrono con Stefano Ponte. Il centrodestra è spaccato ed è difficile pure che possa riunirsi al ballottaggio, visto che nelle ultime due tornate il centrosinistra ha vinto al primo turno.  È diviso anche a Chieri: Lega, FdI e Forza Italia hanno scelto Livio Vezzoso, mentre Noi Moderati sosterrà Angelo Rubatto insieme a quattro civiche. Non corre troppi rischi Alessandro Sicchiero, l’uscente primo cittadino di centrosinistra a caccia del secondo giro, che ora è corteggiato anche dai pentastellati.

In discesa anche la partita di Settimo Torinese, dove Elena Piastra aveva vinto col 64% nel 2019 e ora aggiunge alla coalizione il sostegno dei 5 Stelle. Quasi impossibile la sfida per Manolo Maugeri, sfidante appena ufficializzato dal centrodestra. Il campo largo, che doveva nascere un po’ ovunque, è in netta ritirata: ufficialmente, oltre a Settimo, sarà solo a Giaveno, dove i giallorossi hanno appena scelto Edoardo Favaron. Pronti via, è già stato attaccato dal sindaco Carlo Giacone, di cui è stato assessore nell’ultima legislatura, che lo accusa di incoerenza.

Fuori dalla metropoli il campo largo è preoosoché svanito: è certo solo a Galliate, unico centro sopra i 15.000 abitanti al voto nel Novarese, dove tocca ad Alberto Cantone il compito di strappare la fascia a Claudiano di Caprio.

Sfide nella Granda – Il centrosinistra governa Saluzzo e Bra e punta a riprendersi sia Fossano che Alba. Per tenersi Saluzzo ha scelto Franco Demaria, vicesindaco e assessore allo Sport del sindaco Mauro Calderoni, che dovrà sfidare Giovanni Damiano, il nome scelto dal centrodestra dopo l’addio a 10 giorni dalla nomina dell’avvocato revellese Chiaffredo Peirone. Per difendere Bra c’è l’uscente Gianni Fogliato che dovrà vedersela col civico ex forzista Massimo Somaglia. Delle due “sorelle” da riprendersi, è più facile la sfida di Fossano: contro Dario Tallone si è scelto un volto noto: Francesco Balocco, ex assessore regionale della giunta Chiamparino. Nel 2019 il centrodestra qui vinse soltanto al ballottaggio. Mentre ad Alba trionfò al primo turno: Carlo Bo si impose col 51%, e ha da poco sciolto le riserve sulla riconferma “per portare a termine quanto iniziato”. Nella capitale delle Langhe, feudo di Cirio, dove cominciò la carriera politica, il centrosinistra punta sul junior Alberto Gatto, protetto dell’ex sindaco Maurizio Marello: classe 1990, dovrà sfidare Bo senza alcun aiuto dai 5 Stelle, che sono in alto mare e se riusciranno a presentare la lista, correranno comunque da soli.

Alessandrino difficile – Sfide tutte in salita nell’alessandrino. A Casale Monferrato il centrodestra non ricandiderà l'uscente Federico Riboldi, pronto a varcare il portone di via Alfieri e sedersi in Consiglio regionale, e si muoverà sull’avvocato Emanuele Capra, leghista 43enne e attuale vicesindaco. Difficile la sfida per Riccardo Calvo, candidato di Dem e civiche che presenterà ufficialmente la candidatura soltanto la settimana prossima. Nessun accordo coi 5 Stelle alle viste, né a Casale e neanche a Tortona dove Gianfranco Agosti sfiderà il sindaco leghista uscente Federico Chiodi. Ma sono entrambe competizioni al limite dell’impossibile: nella scorsa tornata il centrosinistra perse al primo turno, in modo netto, in entrambi i municipi.

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