LA SACRA RUOTA

Nessuna nuova, buona nuova. Forse. Stellantis aspetta Meloni (e le europee)

Sarà stato pure "sincero", "prezioso" e "franco" ma l'incontro odierno tra Tavares e i sindacati non ha prodotto nessuna novità. Il ceo del gruppo attende gli incentivi e il voto di giugno. E non vuole che il governo favorisca l'arrivo dei cinesi

Nessuna nuova, buona nuova. Forse. Ai sindacati questa mattina il ceo di Stellantis Carlos Tavares non ha detto nulla di nuovo, non ha annunciato nuovi modelli né altri investimenti per Mirafiori. L’azienda si è dichiarata impegnata a ridurre i costi delle vetture elettriche per restare competitiva anche in futuro, mentre con specifico riferimento all’Italia ha ribadito la volontà di confermare appieno la sua presenza nel nostro Paese valorizzando il grande patrimonio ereditato da Fiat, esprimendo preoccupazione per le possibili conseguenze di un’azione del Governo di supporto alle case automobilistiche cinesi. “Siamo in grado di tenere testa ai competitor cinesi, se qualcuno li vuole introdurre sarà responsabile delle decisioni impopolari che dovranno essere prese. Penso che se domani ci saranno i cinesi non vedrete il management a Torino. Vi faranno una telefonata, per le buone o le cattive notizie”, avverte Tavares. “Un secondo costruttore in Italia, in particolare se fosse cinese, non farebbe altro che togliere quote di mercato a Stellantis, rendendo la situazione ancora più critica dal punto di vista occupazionale”, conferma Samuele Lodi, dirigente nazionale della Fiom con delega all’automotive che con il segretario torinese dell’organizzazione Edi Lazzi ha preso parte all’incontro.

Per Tavares bisognerà attendere il voto europeo e poi quelle americane per comprendere “se si andrà in modo ancora più forte verso l’elettrico o se ci sarà un rallentamento”. Il manager franco-portoghese ha giudicato positivamente il confronto con le sigle sindacali – “È stato sincero e rispettoso. Concordiamo sul fatto che se riusciamo a superare il dogmatismo e ci spostiamo al pragmatismo tutto è possibile” – lamentando però che “in Italia c’è un’informazione distorta”. “In Italia ci sentiamo a casa, siamo i leader di questo mercato con più del 34%. Non abbiamo intenzione di andare via dall’Italia crediamo in questo paese abbiamo capacità, idee e progetti per tenere fede ai nostri impegni. Chi dice che vogliamo andarcene dice fake news e le fake news aprono la finestra per fare entrare i cinesi. Non ce ne andiamo – ha ribadito – anzi rafforzeremo la nostra leadership nel Paese per questo non posso che supplicarvi di smetterla con le fake news e di lasciare lavorare le persone che meritano il nostro sostegno e il nostro rispetto perché se non facciamo questo cambiamento andremo a scomparire”.

La sensazione però è quella di una perdurante situazione di stallo, in attesa dell’attivazione degli incentivi del governo (le cosiddette “condizioni abilitanti” sollecitate dall’azienda) e dell’evoluzione del quadro europeo. Gli unici annunci, molto vaghi a dir la verità, sono 100 milioni per la realizzazione della nuova e più efficiente batteria, ma senza specificare né tempi né luoghi dell'investimento. E la Panda prodotta a Pomigliano, la cui produzione continuerà fino al 2030, invece di fermarsi nel 2027. Così se da un lato Fim e Uilm valutano l’incontro odierno utile – “un’occasione preziosa sia per ascoltare il punto di vista di Stellantis su come affrontare la transizione all’elettrico sia per esporre le legittime rivendicazioni dei lavoratori” e “un confronto molto franco rispetto alle preoccupazioni e alle problematiche degli stabilimenti” – per il sindacato di Landini prevale il pessimismo: “Noi siamo straconvinti che Mirafiori sta arrivando sull’orlo del baratro, per rilanciarla servono produzioni che arrivino a 200 mila unità, assunzioni di giovani perché fra sei, sette anni tutti gli operai andranno in pensione perché hanno un’età media tra i 56 e i 57 anni e poi serve anche che diano da lavorare per la progettazione e l’ingegnerizzazione ai quadri e ai tecnici che ci raccontano essere scarichi”.

Se il milione di veicoli resta l’obiettivo, condiviso al tavolo con il governo italiano, “è necessario invertire la tendenza riscontrata nel primo trimestre di una flessione del 9,8% dei volumi produttivi”, spiega il leader della Fim Ferdinando Uliano. “Abbiamo ribadito le richieste necessarie a rafforzare la presenza di Stellantis negli stabilimenti italiani invitandola a darci risposte concrete in termini di assegnazioni di nuovi modelli, anticipando i lanci produttivi nei vari siti italiani e assegnando anche nuovi modelli a partire dalle emergenze di Mirafiori e Cassino, fino a mettere in sicurezza le produzioni di ogni stabilimento italiano”.

“Puntiamo a una mobilità sicura, accessibile e pulita per assicurare la sostenibilità futura di Stellantis – ha puntualizzato Tavares all’inaugurazione a Mirafiori del reparto di produzione di cambi eDct –. A chi ha paura dell’ignoto o pensa che la trasformazione non debba accadere, ricordo che non possiamo ignorare il cambiamento climatico che è già una realtà. È mia responsabilità affrontare la questione”. Il comparto dei cambi elettrificati ha una superficie di 16.400 metri quadri e darà lavoro a 500 persone a regime, a fine 2024. La produzione è partita a inizio marzo, sono stati già prodotti circa 800 cambi e il livello produttivo e la produzione si sono attestati sui mille cambi a settimana. La capacità produttiva è di 600.000 unità all’anno, quella giornaliera di 2.100 unità al giorno, il livello di automazione è del 45%.

“Mirafiori è l’unico sito che raccoglie tutti i processi per portare il gruppo verso una mobilità sostenibile. A Torino abbiamo fatto non solo un passo avanti, ma otto. Nonostante ci sia chi guarda con nostalgia alle produzioni del passato siamo convinti che un forte cambiamento sia necessario per rispondere alle sfide della nuova mobilità sostenibile”, afferma Davide Mele, responsabile corporate affairs di Stellantis, cercando di gettare acqua sul fuoco delle polemiche anche in vista dello sciopero di venerdì. “La presenza ingegneristica in Italia e in particolare nel polo di Torino è strategica, I forti legami con tutte le istituzioni torinesi in particolare con il Politecnico con cui collaboriamo da 25 anni”, ha aggiunto Mele. I cambi eDct sono dedicati ai veicoli ibridi che “sono cruciali per la transizione perché consentiranno di ridurre le emissione del 70%, garantendo al tempo stesso l’accessibilità dei veicoli”. Sempre a Mirafiori “un anno fa abbiamo inaugurato il centro per le batterie che dovranno evolvere per diventare più efficienti. Dobbiamo raddoppiare la densità per avere auto più efficienti e con più autonomia”, ha aggiunto Tavares. L’hub di Circular Economy del sito torinese infine “ha un grande potenziale di crescita. Servirà per aumentare il ciclo di vita dei prodotti che è un modo efficace di contribuire alla lotta al cambiamento climatico”, ha concluso il ceo.

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