POLITICA & GIUSTIZIA

Iren sospende la "volpe del porto", fedelissimo dell'ad Signorini

Non appena nominato al vertice della multiutility il manager, oggi in carcere, fece un contratto di consulenza da 200mila euro per l'amico Vianello. Quando era all'Ente bacini avrebbe pagato il catering per il matrimonio della figlia del presidente dell'Autorità Portuale

Per tutti era “la volpe del porto”. Per il presidente dell’Autorità Portuale, qualcosa più di un amico. Non si era mai occupato di energia, ma non appena dalla presidenza dell’Autorità Portuale del Mar Tirreno Occidentale passa al timone di Iren come amministratore delegato, Paolo Emilio Signorini spende tutta la sua per ingaggiare come consulente Mauro Vianello. Presidente dell’Ente bacini del porto genovese, uomo scaltro, fitta rete di relazioni comprese quelle privilegiate con la Culmv, la storica Compagnia dei camalli, ottimi rapporti con la sinistra che conosce a fondo pur non avendo la tessera del Pd. È svelto e astuto il settantunenne che conosce le banchine come pochi altri, è la volpe del porto. Per lui, oggi indagato, nel novembre scorso poco dopo il suo insediamento al comando della multiutility, Signorini, da ieri in carcere, firma un contratto da 200mila euro, che dopo l'esplosione dell'inchiesta Iren ha immediatamente sospeso.

Dunque, se è vero (come s’è affrettata a comunicare la multiutility) che Iren è estranea all’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, secondo le accuse dei pubblici ministeri e in base agi elementi raccolti nei due anni di indagine, è altrettanto vero che il manager voluto in quella posizione dal sindaco di Genova Marco Bucci non ha perso tempo per portare un pezzo del suo giro di amicizie non proprio disinteressate, nel colosso energetico i cui principali azionisti oltre al Comune di Genova, sono quello di Torino e di Reggio Emilia. Un’amicizia assai stretta quella tra i due, tanto da non far titubare neppure un istante Vianello quando Signorini manifesta le sue difficoltà per il costo del catering del matrimonio della figlia, poco più 6mila euro che l’amico generosamente copre e in più sembra arrivare allora presidente dell’Autorità portuale anche un orologio. In cambio arriverà la consulenza pagata da Iren. 

Secondo i pubblici ministeri Signorini nel suo ruolo in Iren avrebbe assegnato incarichi in cambio di favori e tangenti. Ipotesi di reato: corruzione. Reato che per pm e gip l’amministratore delegato della multiutility avrebbe potuto continuare a commettere, da qui la misura cautelare più severa, una cella nel carcere di Marassi.

Non passano neppure tre mesi dalla nomina ad amministratore delegato di Iren, ufficializzata il 30 agosto del 2023 a quando Signorini assegna la consulenza all’amico con cui spesso passeggiava nei caruggi dietro Palazzo San Giorgio, sede della Port Authority. È un uomo di peso nel sistema portuale, Vianello. L’Ente bacini che presiede accorpa i cantieri pubblici dello scalo marittimo e lui ne ha riportato in attivo i bilanci. Sulle banchine lo conoscono bene anche perché ha guidato a lungo la Santa Barbara, la cooperativa dei guardafuochi del porto. È prezioso per Signorini arrivato a Genova nel dicembre 2020 grazie alla nomina dell’allora ministro delle Infrastrutture, la piddina Paola Demicheli. In realtà a Genova Signorini c’è nato, ma il suo curriculum è soprattutto infarcito di incarichi romani. Inizio carriera in Banca d'Italia, poi al ministero dell'Economia e delle Finanze, successivamente è stato a capo del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento delle politiche economiche presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, analogo ruolo alle Infrastrutture, e nel mezzo pure nei consigli di amministrazione di Italferr e Telt.

Prezioso quando è a Palazzo San Giorgio, ma non meno utile anche nel suo nuovo incarico in Iren, così Signorini porta con sé Vianello, senza peraltro che debba lasciare la presidenza dell’Ente bacini e tutte le relazioni sotto la Lanterna. Anzi tra le spiegazioni, meno prosaiche rispetto al pagamento del catering e dell’orologio che emergeranno solo ora, allora c’è quella della copertura sul fronte sinistro per Genova in Iren. Quello destro è assicurato dalla maggioranza che governa la Regione così come Palazzo Tursi, di quello opposto dovrebbe occuparsene a Genova proprio Vianello il cui ruolo di consulente Iren riguarda, non a caso, la gestione dei rapporti con il territorio. Tra le partite su cui deve misurarsi, proprio in Liguria, il nuovo a di Iren c’è il termovalorizzatore di Scarpino, ma anche il biodigestore di Saliceti nello Spezzino, i depuratori di Chiavari e Sestri Levante. Serve dialogo, servono tavoli e in questo la volpe del porto dicono sia un maestro. E se Signorini è l’allievo qualcosa deve averla imparata. Già, perché la consulenza da 200mila euro suscita una certa sorpresa nel board di Iren dove nessuno ne sapeva nulla, nessuno era stato informato.

Rientra nei poteri dell’ad scegliere un consulente, la lapidaria spiegazione data all’epoca. Più esplicito il segretario regionale del Pd, Davide Natale che all’ingaggio del presidente dell’Ente bacini reagisce spiegando che “noi non vogliamo pagare l’amicizia tra Vianello e Signorini. E se qualcuno pensa che Vianello dovrebbe favorire l’interlocuzione con il centrosinistra rispondiamo che noi abbiamo le spalle larghe per poter dialogare con chiunque. I nostri sindaci, soci di Iren, hanno sempre trovato porte aperte con l’azienda, non abbiamo bisogno di Vianello per parlare con Iren”. Non altrettanto, a quanto risulta, poteva dire Signorini. Lui sì aveva e ne avrebbe già avuto bisogno della volpe del porto.

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