SANITÀ

Medici di base, riforma al palo. Sindacati divisi (dalle elezioni)

In Piemonte slitta la firma dell' integrativo regionale: Fimmg pronta a siglarlo, Snami e Smi chiedono tempo. Dall'accordo dipendono le aggregazioni di professionisti per garantire la copertura agli assistiti nell'arco dell'intera giornata. Lo spartiacque del voto regionale

Tre anni di incontri, sessanta verbali, la penna pronta per firmare. Nonostante tutto questo, l’accordo integrativo regionale per i medici di famiglia, che contiene importanti misure potenzialmente positive per i pazienti e per l’agognata riforma della medicina territoriale, in Piemonte rischia di slittare a dopo le elezioni. E proprio le consultazioni regionali, con la campagna elettorale e i diversi schieramenti che si riflettono in ogni dove, entrano di riffa o di raffa nella situazione di stallo, frutto del mancato accordo fra i tre sindacati che debbono sottoscrivere l’accordo predisposto dalla Regione.

Non è un mistero che il centrodestra, incominciando dal ricandidato governatore Alberto Cirio, abbia tutto l’interesse a veder siglato l’accordo e dare immediatamente corso a tutto ciò che ne consegue, incominciando proprio dalle Aft, ovvero le aggregazioni funzionali territoriali che raggruppando un numero di medici di famiglia della stessa area dovranno fornire una serie di servizi agli assistiti che ora non hanno. Uno per tutti, la copertura per tutto l’arco orario del giorno, in particolare fino alle 20, in cui non opera la guardia medica. Un cambiamento di non poco conto, atteso ormai da una decina d’anni, e che oltre a fornire una risposta alle necessità dei cittadini dovrebbe di conseguenza ridurre sensibilmente di accessi non indispensabili al Pronto Soccorso. Le Aft dovrebbero, infatti, aggregare obbligatoriamente i medici di famiglia e quelli che svolgono il servizio di guardia coprendo bacini di un determinato numero di abitanti e, soprattutto, garantire il servizio ai cittadini continuativamente nell’arco delle 24 ore sette giorni su sette. Un pool di professionisti in grado di garantire servizi oggi di fatto a compartimenti stagni e con la guardia medica in capo ai distretti delle Asl, mentre in futuro dovrà essere parte integrante delle aggregazioni funzionali dove gli stessi medici di famiglia potranno anche svolgere l’attività che oggi è demandata ad altre figure. 

Insomma, prima si parte meglio è, considerando anche i tempi necessari per organizzare strutture e servizi. “Noi siamo pronti, così come lo siamo con le risorse necessarie ad estendere la telemedicina ai medici di medicina generale come ci è stato richiesto”, spiega allo Spiffero l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, il quale tuttavia ammette che in questa fase “ci tocca il ruolo di spettatori nell’attesa che i sindacati si mettano d’accordo”. Già, perché a quel che si sa proprio dalle sigle di rappresentanza dei medici, dove ognuna dà la sua versione, l’intesa tra FimmgSnami e Smi non solo non c’è, ma pare difficile tra raggiungere in tempi brevi. Se, infatti, la Fimmg che rappresenta il maggior numero di iscritti e che da sempre è il sindacato più filogovernativo con tutti i governi nazionali e regionali di qualsiasi colore, sarebbe pronta con la penna in mano e avrebbe sottoscritto l’accordo già lunedì prossimo, di diverso avviso i segretari regionali di Smi, Antonio Barillà e di Snami Mauro Grosso Ciponte.

Una serie di perplessità su alcuni punti del voluminoso accordo, così come la necessità di avere ulteriore tempo per analizzarlo con attenzione rispetto ai pochi giorni che sarebbero concessi dopo averlo avuto solo lunedì scorso, sono alla base della frenata da parte dei due sindacati. Da quel fronte si fa notare come ci sia tempo fino a fine anno per sottoscrivere il documento e tra le righe non è difficile leggere una visione diversa rispetto alla necessità di concludere tutto prima del 9 giugno con il sigillo formale dato dall’ultima riunione dell’attuale giunta regionale.

Difficile, poi, escludere che in questo mancato accordo pesi anche l’effetto prodotto dall’annunciata poi smentita (dal diretto interessato) discesa in campo nella lista civica di Cirio proprio del segretario regionale della Fimmg, Roberto Venesia, il quale ha comunque confermato la sua partecipazione al comitato a sostegno del governatore ed è stato uno degli esperti del gruppo di lavoro per la redazione della parte sanitaria del programma elettorale del centrodestra.

Saltata l’ipotesi di avere le tre firme sul documento lunedì prossimo, come proposto dalla Regione, non resta che attendere l’ulteriore slittamento di una decina di giorni per scoprire se l’accordo da cui dipende buona parte della nuova medicina territoriale arriverà prima o dopo le elezioni regionali.

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