POLITICA & GIUSTIZIA

Nuovo match davanti al giudice: Appendino batte Lo Russo 2-0

Dopo l'assoluzione sul caso Ream, l'ex sindaca M5s vince anche il contenzioso sui mancati obiettivi nella raccolta differenziata: la Regione ha multato la Città Metropolitana e l'ente voleva rifarsi su chi la guidava all'epoca dei fatti. Ma il tribunale ha deciso diversamente

Vince di nuovo Chiara Appendino il match a suon di carte bollate con Stefano Lo Russo. Dopo l'assoluzione in Cassazione sul caso Ream (processo nato dall'esposto che l'allora capogruppo Pd promosse nei confronti della sindaca pentastellata su un presunto falso in bilancio) un altro contenzioso vede i due protagonisti, seppur in questo caso Lo Russo è coinvolto indirettamente, dal momento che l'atto d'ingiunzione non porta la sua firma ma quella di un dirigente.

I fatti risalgono al 2020 quando i cittadini torinesi sforano la quota massima di rifiuti indifferenziati annui pro capite stabilita dalla norma – 190 chili – raggiungendo i 224 chili. La legge regionale del 2018 impone una sanzione di 0,1 euro ad abitante per i consorzi che non rispettano i limiti. Nel caso di Torino è di circa 85mila euro. Essendo a quel tempo Appendino la rappresentante legale del Consorzio Area Vasta del capoluogo, in quanto sindaca, l’ente oggi guidato da Lo Russo ha deciso di rifarsi in solido direttamente su di lei. L'ingiunzione le viene notificata l'8 gennaio. Appendino contesta il provvedimento e il giudice nei giorni scorsi le ha dato ragione.

La legge regionale, infatti, parla chiaro: “Se non è raggiunto, a livello di ambito di area vasta, l’obiettivo di produzione del quantitativo annuo di rifiuto urbano indifferenziato (…) si applica ai consorzi di area vasta una sanzione amministrativa pecuniaria calcolata sulla base degli abitanti residenti (…)”. Dunque, rileva il giudice, “la norma sanzionatrice individua nel solo Consorzio, ovverosia nella persona giuridica, il soggetto destinatario della sanzione” e non nel suo rappresentante legale pro tempore.

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