Migranti: uno studio boccia i giudici di pace di Torino

Udienze celebrate in fretta e furia, decisioni poco argomentate. I giudici di pace che a Torino si occupano di migranti vengono bocciati da una ricerca condotta da un gruppo di avvocati, docenti e studenti anche attraverso il monitoraggio delle sentenze della Cassazione. L'esito è stato pubblicato dall'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione) in un articolo dove si parla di "giurisprudenza balbettante e spesso muta" e di una "generale resistenza" al recepimento delle indicazioni della stessa Suprema Corte. Il monitoraggio è stato effettuato sulle pronunce relative ai trattenimenti dei migranti nel Cpr di Torino nel 2022 (835) e nei primi mesi del 2023 (103). "Nell'83% dei decreti di convalida e nel 78% dei decreti di prima proroga - si legge - il giudice si limita ad accogliere la richiesta della questura senza offrire nessuna argomentazione, nemmeno nei casi in cui la difesa motiva la propria opposizione. Il 64% delle udienze di convalida non supera i dieci minuti, il 35% non raggiunge i cinque". Sono state anche passate al setaccio le circa 150 pronunce della Cassazione riguardanti i provvedimenti dell'autorità torinese ed emesse tra il 2020 e il 2023. "Su tutte - è il testo dello studio - spicca un dato: su 75 ricorsi della difesa in cui veniva contestata l'assenza della motivazione, in ben 53 pronunce (vale a dire nel 70% dei casi) la Corte cassava il decreto del Giudice di pace di Torino perché viziato da una motivazione apparente, quella cioè 'recante argomentazioni obbiettivamente inidonee a far conoscere il ragionamento seguito dal giudice per la formazione del proprio convincimento'". Secondo gli autori, lo studio ha fatto emergere "una giurisprudenza ancora assopita, incapace di garantire effettività alla tutela del diritto alla libertà degli stranieri".

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