SICUREZZA

Caramba, quant'è insicura Torino. Negozianti sempre più allarmati

Nel 2023 quasi il 30% degli imprenditori del terziario torinese ha percepito un peggioramento. Oltre il 70% ha investito in antifurti e sorveglianza. I dati dell'Ascom che chiede un incontro con il carabiniere, nominato dal sindaco assessore alla sicurezza

Nel 2023 quasi il 30% degli imprenditori del terziario torinese ha percepito un peggioramento dei livelli di sicurezza. Il furto è il crimine più temuto per il 40% dei commercianti; seguito dalle truffe e frodi informatiche (31%), da spaccate e atti vandalici (28%). Preoccupa anche l’estorsione. Oltre il 70% ha investito in antifurti e sorveglianza. Il peggioramento dei livelli di sicurezza riguarda le attività del commercio no food (25%), della ristorazione (24%) e del commercio food (20%); sono stati meno toccati la ricezione turistica (14%), i trasporti e la logistica (13%)

Sono i dati di un focus sulla sicurezza e la legalità che analizza la percezione degli imprenditori, realizzato dall’Ascom in occasione dell’Osservatorio trimestrale. “La sicurezza rimane una priorità assoluta. Facciamo appello al prefetto Donato Cafagna e al neo assessore alla Sicurezza del Marco Porcedda affinché gli imprenditori possano tornare a operare in un contesto sicuro e protetto. Questo clima non solo mina la serenità delle attività commerciali, ma influisce negativamente anche sull’attrattività di Torino e della provincia” afferma la presidente Maria Luisa Coppa che sollecita un incontro al nuovo assessore. “Chiediamo una politica di sicurezza integrata e un rafforzamento della collaborazione tra le forze dell’ordine e le associazioni di categoria. Solo così potremo creare un ambiente sicuro dove le nostre imprese possano prosperare e contribuire attivamente alla crescita economica locale”. Il peggioramento dei livelli di sicurezza riguarda le attività del commercio no food (25%), della ristorazione (24%) e del commercio food (20%); sono stati meno toccati la ricezione turistica (14%), i trasporti e la logistica (13%).

Oltre la metà (51%) degli imprenditori ha iniziato il 2024 all’insegna della stabilità per quanto riguarda l’andamento dell’attività, mentre per il 24% è in miglioramento. Sono alte le aspettative per il secondo trimestre dell’anno, nonostante il peggioramento del fabbisogno finanziario. Per la prima volta, dopo oltre un anno, potrebbe registrare un calo l’occupazione. Preoccupano la sicurezza e la legalità. Questo il quadro che emerge dall’indagine trimestrale realizzata da Confcommercio Ascom Torino con Format Research sulle imprese del commercio, del turismo e dei servizi di Torino e provincia nel periodo da gennaio a marzo 2024

“Le imprese resistono in attesa di una prospettiva migliore per i mesi estivi. Il turismo continua a essere fondamentale per l’economia torinese, contribuendo alla crescita del territorio e al ridimensionamento della crisi che sta colpendo molti settori, tra cui il commercio non alimentare, primo tra tutti l’abbigliamento. È essenziale continuare a coltivare la crescita del comparto turistico, ma è altrettanto importante avviare, come chiediamo da tempo, una politica commerciale strutturale e incisiva per rivitalizzare la domanda interna” afferma la presidente Coppa. A inizio anno la fiducia sull’andamento della propria attività economica ha visto una leggera flessione rispetto all’ultimo trimestre 2023, ma viene definita stabile o migliore dal 75% degli intervistati. Il trend è destinato a tornare sui livelli di fine anno entro giugno. Stessa tendenza anche per i ricavi: il 74% ritiene che saranno uguali o migliori rispetto alla fine 2023. L’indice di fiducia è previsto in aumento a giugno. Resta stabile la situazione occupazionale per l’80%, ma è attesa una flessione nel trimestre successivo. È in calo la percentuale delle imprese che hanno chiesto credito alle banche negli ultimi tre mesi, ma aumenta la quota di imprese che hanno ottenuto tutto il credito richiesto. “Preoccupa il peggioramento della liquidità delle imprese in relazione al proprio fabbisogno finanziario. Il tema del rapporto con le banche rimane centrale” spiega il direttore dell’Ascom Carlo Alberto Carpignano.

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