LA SACRA RUOTA

Tregua sull'autoscontro: a giugno accordo Stellantis-Governo

La premiata falegnameria del ministro Urso finora ha solo prodotto tavoli inconcludenti ma l'esponente meloniano è comunque tronfio: "Abbiamo fatto bene a pressare l'azienda". La verità è che per ora si tratta solo di annunci tutti da verificare

Dopo l’autoscontro degli ultimi mesi è tempo del dialogo tra Governo, enti locali, Stellantis e i sindacati sul futuro dei singoli siti produttivi in Italia, al centro della riconversione nel passaggio alla mobilità elettrica. L’obiettivo resta quello di produrre 1 milione di automobili l’anno in Italia, con una quota crescente di veicoli green. Nel frattempo, il governo spera nell’arrivo di un secondo produttore di auto nel Paese. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso, dopo i tavoli su Pomigliano e Cassino, sostiene che “siamo sulla strada giusta per chiudere con un accordo di sviluppo questo tavolo Stellantis aperto a dicembre”. Ci si potrebbe arrivare, per il titolare del Mimit, “entro giugno”.

I sindacati, che ieri hanno incontrato anche il vertice aziendale a Torino, sottolineano però che mancano ancora alcune risposte da parte dell’azienda per dire che gli stabilimenti sono al sicuro e chiedono nuovamente un tavolo a Palazzo Chigi per suggellare l’intesa al massimo livello. “Il clima è cambiato, abbiamo fatto bene a fare pressing sull’azienda. Abbiamo invertito la rotta, l’Italia può finalmente sperare di avere una produzione dell’automotive che sia riconosciuta nell’orgoglio della nostra industria”, sottolinea Urso con la consueta enfasi “auto”celebrativa. Il ministro auspica che “il lavoro del tavolo Stellantis continuerà nei prossimi giorni per concludersi spero nella solennità di Palazzo Chigi”. Insomma, una falegnameria industriale.

Perplessa la Fiom. “Non è ancora arrivata nessuna nuova risposta certa da parte di Stellantis in merito alle prospettive di entrambi i siti. A Pomigliano l’annuncio del prolungamento della produzione della Pandina fino al 2029 difficilmente potrà compensare i volumi in calo del Tonale e quelli già esigui dell’Hornet, e soprattutto non guarda al futuro dal punto di vista dell’innovazione di propulsori con minor impatto ambientale”, argomenta Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil. Che aggiunge: “A Cassino gli annunciati nuovi modelli elettrici di Stelvio e Giulia e l’affiancamento di un non ben definito nuovo modello dovrebbero partire solamente dal 2025 e nel 2026”. Per non dire di Mirafiori che nell’attesa della produzione della 500 ibrida (nel 2026) si prepara a due anni di cassa integrazione.

Più ottimista il segretario generale della Fim Ferdinando Uliano: “L’incontro di oggi segue quello di ieri a Torino, dove ci è stata annunciata la produzione della 500 ibrida e insieme ad altre scelte che ci sono state in parte annunciate e in parte ancora da prevedere, ci permetterà di chiudere il cerchio per arrivare all’accordo di programma sul settore automotive e di centrare l’obiettivo di 1 mln di veicoli entro 2030”. Per questo motivo, aggiunge, “abbiamo chiesto la convocazione a Palazzo Chigi per concludere positivamente con garanzie e verifiche”. Mentre Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, ricorda: “Sullo stabilimento di Pomigliano, Stellantis ha ribadito che investirà sulla motorizzazione euro 7 della Panda e che ciò consentirà di prolungarne la sua produzione per tutto il futuro prevedibile, probabilmente almeno fino al 2029”.

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