INCHIESTA LIGURIA, SIGNORINI RESTA IN CARCERE

Paolo Emilio Signorini rimane in carcere. L’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova ed ex Ad di Iren è in cella per corruzione dal 7 maggio e vi rimarrà secondo quanto ha deciso il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, che ha respinto l’istanza di attenuazione presentata dai legali Enrico e Mario Scopesi. Signorini si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip e poi aveva chiesto di essere sentito dai pm. Ai pubblici ministeri Monteverde e Manotti aveva detto di avere ricevuto telefonate da Toti per accelerare la pratica del Terminal Rinfuse sostenendo che era però una cosa “normale visto che la pratica era del 2019”.

Signorini avrebbe ricevuto da Spinelli 15mila euro in contanti, 42 notti in hotel di lusso a Montecarlo comprese giocate al casinò, massaggi e trattamenti estetici per un valore complessivo di oltre 42mila euro, una borsa Chanel e un bracciale Cartier. L’imprenditore avrebbe poi offerto un incarico con retribuzione di 300mila euro all’anno una volta terminato il mandato in porto, oltre alla disponibilità di una carta di credito durante un viaggio a Las Vegas.

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