CAMPANILE SERA

Sindaco moroso con il suo Comune. Bollette non pagate per 61mila euro

A Giaveno il primo cittadino non versa da anni la tassa rifiuti e l'imposta sulla casa. Ennesima grana dopo l'esposto sull'utilizzo dell'auto comunale e le botte prese nel 2022 per motivi "personali". Ha iniziato col Pd chiude sostenuto (solo) dalla Lega - VIDEO

“Può darsi che abbia anche io delle bollette da pagare” ha ammesso Carlo Giacone, sindaco di Giaveno, centro di 16mila abitanti a pochi chilometri da Torino. Lo ha fatto durante il Consiglio comunale di fine aprile, dopo che la consigliera Vilma Beccaria (Pd) aveva comunicato di aver presentato una richiesta di accesso agli atti per conoscere le eventuali posizioni debitorie degli amministratori attualmente in carica. Un piccolo giallo che a quanto pare riguarda proprio il primo cittadino, giunto ormai alla fine del suo secondo mandato. Davanti all’assemblea ha provato a minimizzare, cercando un’autoassoluzione: “Sono stato l’unico sindaco a passare la sua vita, dal lunedì alla domenica, chiuso qua dentro e a volte non curavo i miei interessi e mi dimenticavo di pagare le bollette” ha detto. Ma mica una: devono essere un po’ le bollette non pagate se, come pare, è arrivato ad accumulare una morosità di oltre 61mila euro tra Tari e Imu. Insomma, pare proprio che il sindaco abbia un buco nel suo bilancio e solo lui può ripianarlo.

Era il 2014 quando Giacone vinse a sorpresa le elezioni contro Stefano Tizzani, candidato della coppia allora berlusconiana composta da Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino. Da quel momento, però, non è stata una navigazione facile: i dissidi amministrativi si sono intrecciati con fatti di cronaca, politica e giustizia, in un paesone conosciuto per i suoi funghi e dove ultimamente a spuntare sono le polpette avvelenate disseminate da un’amministrazione ormai giunta al capolinea. Il secondo mandato è stato il più turbolento. Nell’ottobre 2022 il sindaco venne aggredito sotto casa con un oggetto contundente, “lo hanno preso a martellate” raccontano a Giaveno. Questioni personali, anzi passionali, e non politiche, che hanno portato il suo aggressore a patteggiare una pena di quattro anni e otto mesi. All’inizio dell’anno è sempre la consigliera dem Beccaria a metterlo nei guai con un accesso agli atti sull’utilizzo delle auto comunali: viene fuori che ci sono 130mila chilometri effettuati e mai registrati sui registri di bordo. Sono 9 le auto che vengono passate al setaccio. I registri di altre due vetture non erano disponibili perché assegnati in convenzione a una cooperativa per il trasporto disabili, e il decimo, quello  della macchina elettrica che di solito usava solo il sindaco, non è stato fornito alla consigliera. Si ipotizza un utilizzo improprio della vettura, per questioni private e non spostamenti nell’ambito del suo ruolo istituzionale. Parte un esposto alla Procura e presto potrebbero esserci delle novità. Nei mesi scorsi un’altra sua assessora, Immacolata Zurzolo, da due anni onorevole sotto le insegne di FdI, è stata oggetto di “attenzioni” per il doppio stipendio percepito, dal Comune e da Montecitorio, per quasi un anno. Ne è venuto fuori un mezzo scandalo e lei ora sta restituendo gli 8mila euro indebitamente incassati.  

Il Pd che tanto lo aveva sostenuto nel suo primo mandato ora è il principale partito d’opposizione. Alle amministrative si presenta con l’assessore Edoardo Favaron, sostenuto da due civiche rispettivamente d’ispirazione dem e pentastellata. I funghi non mancano mai, ora c’è anche il campo (largo) su cui raccoglierli. Il centrodestra non è mai stato così diviso: Giacone è a capo di una lista che porta il suo nome e che sostiene Stefano Olocco, vicesindaco e segretario della Lega di Giaveno, Fratelli d’Italia appoggia Daniela Zanella, Forza Italia è su Alberto Portigliatti, mentre Ruffino e Napoli, oggi in Azione, dopo il divorzio con Tizzani puntano sull’ex capo dei vigili del fuoco Alberto Biddoccu. L’ex vicesindaco Patrizio Sgarra è il sesto candidato e promette “dissenso e impegno”.

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