Predicatore musulmano che pregò in ateneo, "strumentalizzato"

Al corteo di Torino Pro Palestina, organizzato da Intifada studentesca e dal coordinamento Torino per Gaza è presente Brahim Baya, il portavoce della moschea torinese di via Taiba, che il 17 maggio aveva celebrato la preghiera del venerdì all'interno della sede delle facoltà umanistiche Palazzo Nuovo. "Partecipo come ho sempre fatto, come militante dal coordinamento Torino per Gaza - spiega Baya -. Nonostante tutte le polemiche, siamo qui con persone di diverse culture e fede per denunciare il massacro ancora in corso. Oggi gli studenti hanno preso in mano la situazione e noi seguiamo loro". Parlando del caso sollevato dopo la preghiera nell'atrio dell'ateneo Baya afferma che "ci sono state due strumentalizzazioni. Una per colpire i ragazzi tramite me. L'altra è per la campagna elettorale da parte di una certa destra che aveva bisogno di argomenti. Non sapevano di cosa parlare e hanno tirato fuori l'islamofobia". "Dopo quello che è successo ho capito tante cose, ho scoperto tante amicizie e ne ho abbandonate altre - continua Baya -. C'è stata un'intervista del vescovo di Pinerolo (Torino) che mi ha attaccato. Però ho capito molto anche sulla chiesa cattolica e su quanto è impegnata nel difendere i deboli solo a tratti. Su Gaza, tranne il Papa, in otto mesi la chiesa cattolica non si è sentita". Baya afferma infine che non entra in politica. "La politica che faccio io è quella dal basso", sostiene e domani partirà in pellegrinaggio verso La Mecca.

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