GRANA PADANA

Resa dei conti vicina per Salvini

Bossi ha votato nel seggio vicino a via Bellerio. Dopo aver bollato come traditore il suo successore il fronte dei contestatori alza ancor più i toni. Grimodi e Fava fanno da apripista ma la Lega è ormai una polveriera. A urne chiuse scoppierà?

Umberto Bossi ha votato questa mattina nel seggio allestito nella scuola di via Fabriano a Milano, vicino a via Bellerio, dove ha la residenza. Solo ieri l’ex segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi aveva riferito che il fondatore del Carroccio gli aveva detto che avrebbe votato per Marco Reguzzoni, ex capogruppo alla Camera della Lega ora in lista con Forza Italia. Oggi lo stesso Grimoldi posta su Fb il messaggio di Gianni Fava, unico ad aver tentato di contrapporsi a Matteo Salvini all’ultimo congresso, che “dopo 30 anni di Lega è stato emarginato”. E in questo messaggio, Fava, già deputato del Carroccio, punta il dito contro chi ha “preferito prendere gente che ha cambiato fino a 8 partiti o gente che l’hanno filmata mettersi d’accordo con un boss della mafia” osservando che il “problema è politico e morale”. Quindi spiega che, a suo avviso, “per chi voglia andare a votare e abbia a cuore quel che resta della storia della Lega, non ci sia alternativa a votare per Cota o Reguzzoni” che sono candidati con Forza Italia. Perché “se si continuano a cercare candidati votabili dentro al partito di Salvini si fa solo il gioco di Salvini”. E, conclude, “l’alternativa è Vannacci!”.

Con la sua iniziativa il vecchio (e malandato) Senatur ha scatenato un putiferio. Bossi, il fondatore del Carroccio che 40 anni fa ha creato il partito con l’obiettivo di essere “il sindacato del Nord”, ha voltato le spalle alla sua creatura. “Perché la Lega è stata tradita”, è il suo messaggio a urne aperte trasmesso tramite Grimoldi. E se il suo sostegno va a Reguzzoni, ex capogruppo alla Camera e ora candidato con Forza Italia, dove un altro ex leghista come Flavio Tosi ha creato Forza Nord, un altro ex colonnello potrebbe beneficiare dell’appoggio dei tanti delusi: Roberto Cota, anche lui alla guida dei deputati prima di diventare governatore del Piemonte.

Per tutti la candidatura di Roberto Vannacci è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: “Tutto fuorché leghista”, ha commentato l’ex sindaco di Verona. Matteo Brigandì, già parlamentare torinese e avvocato della Lega, ha confermato l’indicazione di voto: “Bossi ci ha chiesto di votare per Reguzzoni. E noi siamo d’accordo perché la Lega non sta più facendo la Lega”.

Definirlo “diffuso malcontento” è poco più che un eufemismo, di certo nella Lega le ultime scelte di Salvini, tra cui la svolta nazionalista e la candidatura di Vannacci, non sono state digerite. Dai governatori del nord, come Luca Zaia, Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga, fino a Roberto Calderoli e ai vertici dei partiti regionali, molti esprimono la loro insofferenza.

Il gesto di Bossi potrebbe avere strascichi. Lo statuto della Lega prevede l’espulsione per chi si schiera pubblicamente a favore di un altro partito. Salvini avrà il coraggio di cacciare il fondatore? Una cosa è certa, comunque vada, per il Capitano e per la Lega, il voto di oggi sarà uno spartiacque, anche a causa della competizione interna al centrodestra con Forza Italia per il secondo posto dietro Fratelli d’Italia. Le voci, poi, sempre più insistenti di un piano di Vannacci per fondare una sua formazione, lanciando una sorta di opa (chissà quanto ostile) sulla Lega gettano altra benzina sul fuoco. A urne chiuse nulla sarà più come prima.

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