LA (S)QUADRA

FdI pronta a rinunciare alla Sanità. Schema Crosetto: 5 posti + 1

Incontro romano di Cirio con il ministro e plenipotenziario di Meloni. Le ambizioni speculari di Marrone e Chiorino (la vicepresidenza) e la richiesta di più poltrone. Il governatore potrebbe giocare la carta Presti. Bongioanni presidente del Consiglio

“Abbiamo la fortuna di essere amici, e gli amici si sentono al telefono, si prendono il caffè. Noi abbiamo la fortuna di essere una coalizione politica, non aritmetica: governiamo insieme da sempre, governiamo insieme il Paese, quindi non dobbiamo darci gli appuntamenti per parlarci”. E con un vecchio amico, talmente intimo da essere padrino di battesimo del figlio Emanuele, Alberto Cirio ha parlato appena di ieri l’altro a Roma. Un incontro, quello con Guido Crosetto, servito a definire lo schema per la formazione della giunta, seguendo una road map piuttosto snella in modo da chiudere la partita entro la fine della settimana prossima. Probabile che, una volta sciolti i nodi di partenza, peraltro tutti interni a Fratelli d’Italia, non ci sia neppure bisogno di allestire il classico tavolo delle trattative, definendo in incontri “volanti” con i vertici degli altri partiti della coalizione le rispettive delegazioni e le conseguenti attribuzioni di deleghe.

Dei dodici posti in ballo – 11 di giunta più la presidenza del Consiglio – l’azionista di maggioranza ne rivendica 6: cinque assessori e la guida dell’Assemblea. Una richiesta giudicata sproporzionata rispetto all’esito elettorale – con il 24,43% il partito di Giorgia Meloni incasserebbe il 50% delle cariche – che potrebbe essere accolta soltanto se rinunciasse alla guida della Sanità. E qui veniamo alla principale questione, da cui a cascata dipende gran parte degli assetti della futura squadra di governo. 

Chi mettere sulla poltrona più importante, ma anche più scomoda e gravosa? È nota la propensione di Cirio verso una figura dal profilo tecnico ­e di sua stretta fiducia – tra le diverse opzioni sembrano salite nelle ultime ore le quotazioni di Pietro Presti, manager biellese chiamato dal governatore durante l’emergenza Covid passato poi a occuparsi delle liste d’attesa – così come non mancano aspiranti tra i politici, in particolare tra i meloniani arrembanti. Da tempo si indicano come possibili successori del leghista Luigi Icardi l’assessore uscente al Welfare Maurizio Marrone, recordman di preferenze nella sua Torino e la collega Elena Chiorino, capolista nel listino, che nel caso lascerebbe (più d’uno dice a malavoglia, per ragion di partito) il Lavoro e la Formazione di cui si è occupata negli ultimi cinque anni. Ma entrambi e per la medesima ragione avrebbero manifestato più di una remora ad accettare una delega cui non può sommarsi la carica di numero due di Cirio. Un ruolo, quello di vicepresidente, che al prestigio e al potere offre una specie di viatico sul futuro: una sorta di predestinazione alla successione dell’attuale inquilino al 40° piano del grattacielo. Prospettiva che sia Marrone sia Chiorino coltivano senza troppi misteri. Come ha notato Augusta Montaruli la Sanità è fonte di mille grane e può rappresentare una zavorra piuttosto che un’opportunità.

Sciolto il nodo Sanità, lo schema del 5 più uno sarebbe più agevole da far digerire agli alleati e, soprattutto, tutta la pattuglia meloniana troverebbe collocazione. Dall’ex sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi, che avrebbe opzionato l’Agricoltura, al vicesindaco di Novara Marina Chiarelli, a Davide Nicco, consigliere uscente secondo a Marrone per preferenze, ex sindaco di Villastellone che ieri in modo un po' inusuale ha rivendicato con un comunicato il posto. Paolo Bongioanni, che ha improntato la sua campagna elettorale soprattutto su Sport e Turismo, verrebbe dirottato sullo scranno più alto di Palazzo Lascaris, anche per stoppare l’ingresso quale consigliere supplente della prima non eletta a Cuneo, Federica Barbero Invernizzi, caduta in disgrazia tra gli alti papaveri meloniani.

Se lo schema crosettiano tiene, il resto dei posti parrebbe destinato ad essere equamente ripartito tra Lega, Forza Italia e Lista Civica o comunque su indicazione di Cirio. Per quanto riguarda la Lega, tenendo “blindato” a Riccardo Molinari il presidente uscente della Provincia di Alessandria Enrico Bussalino (così entrebbe come supplente l’assessore uscente Marco Protopapa in rappresentanza dell’Acquese), l’alternativa resterebbe tra i due già ex assessori Matteo Marnati e Fabio Carosso, quest’ultimo vice di Cirio. In entrambi i casi è previsto il “ripescaggio”, magari come sottosegretario, del capogruppo Alberto Preioni. Per Forza Italia, paiono al momento scontate le riconferme di Andrea Tronzano e Marco Gabusi. A questo punto resterebbero i due posti per la Civica che potrebbero essere attribuiti al cuneese Marco Gallo e, nominato quale esterno, Gian Luca Vignale anche se per l’ex capo di gabinetto potrebbe aprirsi la via verso uno dei due sottosegretari nel caso in cui nell’esecutivo entri l’ex parlamentare azzurra Claudia Porchietto, il cui approdo naturale sarebbe a quelle competenze del mondo produttivo che la sorella d’Italia Chiorino non pare avere intenzione di lasciare, neppure per la Sanità. Porchietto è una figura però molto divisiva con molti estimatori ma altrettanti nemici, una schiera quella dei detrattori cresciuta dopo la recente competizione elettorale dove, mandata in campo per tirare la volata ad alcuni candidati, avrebbe invece giocato per sé provocando non pochi malumori.

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