TERZO POL(L)O

Palla al centro, moderati in campo

Dopo Costa & Marattin, anche Merlo & Portas si cimentano nell'impresa di dare una casa a un elettorato che non si riconosce nei due poli. Un'area che in Piemonte è baldanzosa dopo il successo della lista civica di Cirio

Popolare, cristiano-sociale, ex democristiano. Moderato, liberale e riformista. Tante parole per dire centro. Un luogo diventato mitico nella geografia politica, tanto evocato e blandito quanto sfuggente e indefinito. Quasi una categoria dello spirito che magari fa vincere le elezioni ma che non riesce a trovare un’unità e un gruppo dirigente che dia gambe alle tante (troppe) teste, spesso in lotta mortale tra loro.

E così provano a darsi uno scopo i piemontesi che alle scorse Europee hanno sostenuto Letizia Moratti,  eletta con Forza Italia (la più votata del Nordovest), e alle regionali la civica “Piemonte moderato e liberale” del governatore Alberto Cirio. Due scelte che uniscono Giorgio Merlo, sindaco di Pragelato e figura di spicco dei popolari piemontesi, e Mimmo Portas e i suoi Moderati che stanno al centro anche loro, ma a sostegno (a destra o sinistra cambia poco) sempre della coalizione vincente. Insieme Portas e Merlo hanno organizzato “Centro: dopo il voto, il tempo delle idee”, che il 25 giugno a Torino proverà a tracciare un sentiero per i tanti apolidi, alla perenne ricerca di una casa. Con loro ci sarà Mauro Zangola, ex dirigente dell’ufficio studi dell’Unione Industriali di Torino, e l’ex rettore del Politecnico Guido Saracco per dare un po’ di contesto all’analisi politico-elettorale che sarà appannaggio di Portas.

Un’altra iniziativa per trovare la rotta verso la terra promessa centrista che si somma allo sforzo per raggiungere un'altro centro, stavolta liberale, de deputato di Azione Enrico Costa e del collega di Italia Viva Luigi Marattin che il 28 giugno saranno a Cuneo per “Il momento delle scelte”. Iniziativa che sottende alla mission impossible di far smettere di litigare i rispettivi leader di partito, Carlo Calenda e Matteo Renzi, quest’ultimo un capo che forse Marattin sogna addirittura di destituire e sostituire. Italia Viva e Azione “hanno pagato la bassa credibilità dei loro leader. Si sono divisi avendo lo stesso gruppo all’europarlamento”, riflette Merlo, che lo riconosce comunque come un “mondo che si riconduce all’area centrista”, dunque da intercettare.

Ma al di là dei partiti in cerca d’autore, la grande vittoria il centro l’ha raccolta in Piemonte con la lista civica di Cirio, che ha fatto il 12% senza neanche indebolire Forza Italia e togliendo parte dell’egemonia alla destra di Fratelli d’Italia. Anche se la lista è nata in fretta e furia “mi è parso di intravedere la costruzione delle vecchie liste democristiane, con candidature espressione di pezzi di territorio”. Fa l’esempio di due nomi della civica del governatore su Torino: il sindaco di Vinovo Gianfranco Guerrini (1.995 preferenze) e quello di Candiolo Stefano Boccardo (1.171 preferenze), entrambi non eletti ma “rappresentativi di un territorio” e anche discreti portatori d’acqua a Cirio.

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