SACRO & PROFANO

Repole "scomunica" l'Autonomia

In linea con la posizione della Cei anche l'arcivescovo di Torino critica la legge approvata dal parlamento. "Sperequazioni sociali ed economiche molto forti, il pericolo è che ingeneri ulteriori divari fra la gente". E quando si tocca la Costituzione serve "più consenso"

“Quando si fanno delle riforme che toccano la Costituzione, bisognerebbe farle non partendo da una posizione contrapposta all’altra, ma cercando il più grande consenso. I padri costituenti, che avevano delle grandi spinte ideali con delle contrapposizioni forti di visione del mondo e della storia, sono stati capaci di unirsi e di fare quel bel gioiello che è la nostra Costituzione. Oggi il pericolo è che non abbiamo grandi visioni e siamo sempre un po’ a scontrarci”. L’arcivescovo di Torino Roberto Repole ha colto l’occasione della festa patronale di San Giovanni per manifestare riserve sulla legge dell’Autonomia differenziata recentemente approvata dal parlamento.

“Nel merito – aggiunge –, certamente nella misura in cui risponde a un principio di sussidiarietà è una cosa buona, però quando si attua con delle sperequazioni sociali ed economiche anche molto forti, il pericolo che intravedo è che potrebbe ingenerare ulteriori divari fra la gente. E questo non possiamo permettercelo”. Una posizione, quella del prelato torinese, in linea con quanto espresso nei giorni scorsi dalla Cei, per bocca del suo presidente, il card. Matteo Zuppi, e che trova ampia condivisione nei vescovi italiani.

Qualche mese fa, sul settimanale diocesano La Voce E il Tempo, era apparso un resoconto del dibattito politico sulle riforme che non lasciava dubbi: “La Santa Sede, l’episcopato, il mondo e i giornali cattolici sono fermamente contrari perché vogliono evitare l’aumento delle disuguaglianze e delle ingiustizie: chi ricco avrà un portafogli ancora più ben pasciuto – scriveva il 29 gennaio scorso Pier Giuseppe Accornero –. Dopo che il Senato ha detto il primo sì a questa legge infame, giustamente l’arcivescovo di Cosenza chiede: “I cristiani in Senato stanno dalla parte dei ricchi?”.

A legge approvata è poi arrivata la sconsolata reazione di Zuppi: “Sul tema dell’autonomia differenziata i vescovi italiani hanno fatto un documento ufficiale, quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, si vede che non ci hanno preso sul serio”. Sempre in tema di riforme il porporato ha aggiunto che sul premierato aveva fatto “una raccomandazione che ribadirei: se vogliamo che le riforme durino occorre il coinvolgimento di tutti. Cerchiamo di fare tutto il possibile perché sia così”.

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