PASSATO & PRESENTE

Perso lo scranno trovano lavoro.
La nuova vita degli ex consiglieri

Nel giorno in cui parte la XII legislatura del Piemonte, gli ex M5s Frediani e Bertola hanno varcato il portone del Comune di Torino per la prima volta da dipendenti. Tra professionisti, riciclati e disoccupati, così ripartono i sommersi della politica

Nel giorno in cui debutta il nuovo Consiglio regionale, straordinariamente alle Ogr, c’è chi scruta l’alba di una nuova vita fuori dalla politica. Sono gli sconfitti delle urne, sommersi dalle preferenze (degli altri), finiti nelle posizioni di rincalzo, bocciati o almeno rimandati dai loro stessi elettori. Sono quelli rimasti fuori dal grande ballo di lunedì 22, quando ufficialmente inizierà la XII Legislatura del Piemonte.

Mentre Mauro Salizzoni, in qualità di consigliere anziano, inaugurava la cerimonia d’insediamento sullo scranno più alto dell’aula, allestita per l’occasione in attesa che si concludano i lavori a Palazzo Lascaris, gli ex M5s Francesca Frediani e Giorgio Bertola stavano varcando per la prima volta da dipendenti il portone del Palazzo Civico di Torino, dove hanno vinto il concorso dell’anno scorso da istruttore amministrativo. “Non so neanche dove sarò assegnata, è tutto nuovo” ammette Frediani alla vigilia del “primo giorno di scuola”. Dieci anni a Palazzo Lascaris, sempre brandendo la bandiera No Tav, sono stati una lunga parentesi in cui la sua vita da formatrice professionale in ambito informatico si è interrotta; e al crepuscolo della passata legislatura è tornata sui libri per buttarsi sui concorsi pubblici. Come i quattro amici al bar, volevano cambiare il mondo e si son trovati con un impiego in banca (anzi, in Comune).

Alle Ogr la giostra è appena ripartita. Dopo l’elezione dell’Ufficio di presidenza e il resto delle incombenze organizzative, è il momento degli interventi dei capigruppo. E così mentre Gianna Pentenero, numero uno dem, prenderà per la prima volta la parola per illustrare i pilastri di una fiera e indefessa opposizione al Cirio 2, il suo predecessore Raffaele Gallo, non candidato dopo le vicissitudini giudiziarie del papà Salvatore, avrà iniziato a prendere familiarità col nuovo ufficio in corso Turati, quartier generale di Gtt, da dov’è stato in aspettativa negli ultimi dieci anni, da quando cioè per la prima volta è stato eletto nel parlamentino piemontese.

Per una porta che si chiude un’altra si apre. Non sempre è un portone, ma guai a lamentarsi. C’è chi la propria attività non l’ha mai abbandonata, conservandola in parallelo a quella politica: per loro il ritorno alla normalità sarà meno traumatico. È il caso del farmacista Mario Giaccone, della lista civica Monviso, o del piddino Diego Sarno che ha una sua società di comunicazione. Per non parlare del leghista novarese Riccardo Lanzo, top player tra gli avvocati dei vip.

Sempre in ambito dem c’è chi in un’altra aula è già stato acclamato all’unanimità: è Maurizio Marello, fuori dal Consiglio regionale, ma al vertice dell’assemblea cittadina nella sua Alba, città di cui è già stato sindaco e che alle ultime elezioni è tornata in mano al centrosinistra con gran scorno di Cirio. Un altro ex grillino come Ivano Martinetti, per smaltire le tossine elettorali ha percorso più di mille chilometri per sbarcare in Sicilia: “Cosa farò adesso? Aperitivo con mia moglie”.

E tutti quei leghisti che affollavano i banchi della maggioranza fino a pochi mesi fa che fine hanno fatto? Per molti di loro si è aperto il paracadute del partito. “Riciclati” sentenzia qualche commento malevolo. Piuttosto “valorizzati” dicono ecumenicamente dal Carroccio. Sara Zambaia, tra i primi esclusi del Carroccio a Torino sarà la responsabile dell’Ufficio comunicazione dell’assessore all’Autonomia e alle Grandi opere Enrico Bussalino, fianco a fianco con Matteo Gagliasso che avrà un incarico di supporto su logistica e infrastrutture, sfruttando la sua laurea in ingegneria. Il vercellese Angelo Dago sarà invece il capo segreteria dell’altro assessore leghista, Matteo Marnati. Per Michele Mosca, infine, si prospetta un incarico di supporto all’attività legislativa all’interno del gruppo. Alcuni di loro sono già stati avvistati nelle prime uscite pubbliche degli assessori e lunedì si confonderanno tra gli ex colleghi, perfettamente a loro agio nello stagno in cui hanno nuotato in questi cinque anni. Altri sono alla porta, in attesa di uno strapuntino (un per arrotondare un po’ per non uscire completamente dal giro). Tra questi c’è anche Stefano Allasia, ex presidente del Consiglio, trombato eccellente dell’ultima tornata elettorale: di lui poco ancora si sa. “Sta valutando”, “aspetta delle risposte”; nessuno sa bene cosa sarà di colui che ha guidato Palazzo Lascaris nell’ultimo lustro. Gli attrezzi del suo vecchio mestiere di elettricista sono in garage, pronti alla bisogna. 

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