OCCUPAZIONE & LAVORO

Mancano i profili giusti, assunzioni in calo

Si rafforza il trend negativo delle aziende in Piemonte: nell'ultimo trimestre sono oltre 8mila in meno rispetto all'anno scorso. Pochi candidati e quelli che si presentano hanno professionalità inadeguate. Cna chiede di potenziare le Academy regionali

Mancano i profili giusti, e le aziende faticano ad assumere. È la fotografia scattata in Piemonte da Cna, che rileva un trend negativo dei nuovi assunti sia su base mensile rispetto a luglio 2023 (-3.910 nuove entrate), sia su base trimestrale, contando 8.380 assunzioni in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. La situazione, rilevata dall'associazione degli artigiani, attraverso un'analisi dei dati di Unioncamere, è dovuta principalmente al mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro: le imprese non trovano lavoratori con le competenze giuste.

A luglio sono difficili da reperire il 51,2% dei profili professionali richiesti in Piemonte, dato superiore alla media nazionale che si attesta al 48,4%. Non è una novità e rappresenta la sconfitta delle cosiddette politiche attive del lavoro di cui tanto si parla nei convegni ma che alla fine si rilevano inadeguate nel lavoro sul campo. Il principale ostacolo ai nuovi ingressi è la mancanza di candidati (35,5%), seguita dall’inadeguata preparazione degli stessi (11,8%, quota in calo rispetto all’anno scorso).

A farla da padrone tra le nuove assunzioni sono le micro e piccole imprese (1-49 addetti) che pesano per il 53,4% delle assunzioni programmate per il mese di luglio. Le medie imprese (50-249 addetti) coprono il 20,3% degli ingressi, mentre il restante 26,1% riguarda nuovi assunti nelle grandi imprese. “Ancora una volta dobbiamo manifestare la nostra preoccupazione di fronte a dati che evidenziano un trend negativo sull’occupazione”, afferma il segretario regionale di Cna Delio Zanzottera, “oltre a ciò osserviamo come i risultati del nostro Rapporto Monitor sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro, unito a un fabbisogno formativo sempre più crescente, stiano creando serie difficoltà agli artigiani e alle piccole e medie imprese. In questo senso chiediamo il potenziamento di strumenti come le Academy regionali che possono, se adeguatamente rafforzate, contribuire non solo a colmare il fabbisogno formativo ma anche a diminuire il mismatch tra domanda e offerta lavorativa”.

Il presidente di Cna Giovanni Genovesio è invece preoccupato per la bassa produttività del lavoro, che fa il paio con bassi salari: “Condivido la preoccupazione, ma il tema non può essere semplicemente legato alle assunzioni e all’occupazione. In pochi prendono in considerazione l’aspetto della produttività: a un basso costo del lavoro corrisponde non solo bassa produttività ma anche minore remuneratività degli investimenti e minori profitti. Pur lavorando più ore, stando ai dati Ocse relativi alla media dei salari di un lavoratore a tempo pieno equivalente, nel 2022 lo stipendio medio in Italia si è fermato a quota 31.500 euro lordi annui contro i 45.500 della Germania ed i 41.700 della Francia”.

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