RETROSCENA

Grandi manovre sul dopo Gallina. Duello Vaccarino-Cipolletta

Le categorie del terziario non vogliono un altro industriale alla presidenza della Camera di Commercio di Torino. Un fronte tutt'altro che unito sul nome (ognuno pensa a sé). Spunta l'ex numero uno nazionale di Cna ma l'imprenditore informatico resta il favorito

Non stupisca la deadline del 2 marzo 2025, quando scadrà il quinquennio di Dario Gallina al vertice della Camera di Commercio di Torino. Perché, nonostante manchino ancora nove mesi, le grandi manovre per la sua successione sono già iniziate. E il parto potrebbe essere piuttosto travagliato. Poltrona strategica quella di via Carlo Alberto, una delle più importanti nella toponomastica del potere cittadino, non solo per il ruolo politico di rappresentante delle imprese di tutti i principali settori economici, ma anche per la quantità di risorse che ha a disposizione, tra i diritti che versano gli associati e i contributi che arrivano da Roma. E poi ci sono le tante nomine nel sottogoverno che assegnano al presidente un posto centrale nell’establishment subalpino.

Facendo leva su una consuetudine, peraltro non sempre rispettata, secondo la quale alla guida dell’ente dovrebbero alternarsi presidenti espressione delle varie categorie e poiché sono stati già due consecutivi i vertici designati dagli industriali – prima di Gallina c’era stato Vincenzo Ilotte – ora artigiani, agricoltori e commercianti sono uniti nel chiedere discontinuità. Ma attenzione, perché se da una parte il fronte è compatto ad opporsi a un rappresentante dell’industria, appare decisamente frastagliato e disomogeneo nell’indicare un’alternativa, soprattutto a causa delle ambizioni dei capi delle rispettive categorie.

Nell’ultima settimana i rappresentanti del terziario hanno alzato ulteriormente la voce e avviato sondaggi informali. A Torino anche i sampietrini di piazza San Carlo conoscono le intenzioni sia di Maria Luisa Coppa – presidente a vita dell’Ascom – sia di Nicola Scarlatelli, al timone della Cna. Sono loro i più attivi nel proselitismo contro l’egemonia degli industriali e hanno già raccolto adesioni tra le altre sigle. Difficile tuttavia che il “dissenso” nei confronti degli industriali si trasformi automaticamente in “consenso” per loro due. Anche perché tutto questo attivismo avrebbe portato un altro gallo nel pollaio camerale a levare la sua voce: Giancarlo Banchieri di Confesercenti che in sostanza non esclude una sua candidatura (“Che avranno mai loro più di me?”, si chiede e chiede ai colleghi).

Ma al di là di queste schermaglie la sensazione è che i nomi realmente in grado di lanciare la corsa alla presidenza siano altri. Secondo voci accreditate, per esempio, l’attivismo di Scarlatelli servirebbe per lanciare la volata al vero capitano di questa cordata. C’è chi è pronto a scommettere, infatti, che quando si arriverà alla stretta finale l’asso che uscirà dal mazzo di Cna sia quello di Daniele Vaccarino, già al vertice dell’organizzazione a livello nazionale. Un profilo altissimo, con relazioni importanti anche oltre la cinta daziaria che potrebbe – lui sì – mettere realmente in dubbio l’elezione di colui che secondo gli stakeholder cittadini è il naturale successore di Gallina: l’imprenditore e manager Massimiliano Cipolletta, amministratore delegato di Scai, figura di equilibrio e solidità. Certo anche lui proviene dal mondo (conf)industriale, anche se legato sostanzialmente ai servizi, essendo un informatico (Ict), e non alla manifattura.

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