DIRITTI & ROVESCI

"Casa popolare, prima i piemontesi". Incostituzionale la legge "leghista"

La Consulta abbatte il totem del partito di Salvini. La norma in verità venne varata dalla giunta di centrosinistra Bresso e confermata da tutte le amministrazioni. Favorisce chi risiede da tempo in Piemonte, condizione che per i giudici "non è correlata col bisogno di accedere a un'abitazione"

È incostituzionale la legge sulla casa della Regione Piemonte che garantisce un vantaggio per chi risiede da tempo sul territorio piemontese, garantendo piazzamenti migliori in graduatoria e quindi maggiori possibilità di accesso un alloggio di edilizia popolare. Un “prima i piemontesi” che dal 2010, quando fu approvato dalla giunta di centrosinistra guidata da Mercedes Bresso, è poi diventata un cavallo di battaglia della Lega che, nelle successive amministrazioni di centrodestra, ha difeso e brandito. Un iter che si è trascinato fino all’anno scorso, quando un giudice del Tribunale di Torino ha impugnato un bando del Comune.

Il percorso si è concluso oggi, con la sentenza della Consulta che dichiara la norma incostituzionale: “Non c’è alcuna ragionevole correlazione fra l’esigenza di accedere al bene casa, ove si versi in condizioni economiche di fragilità, e la pregressa e protratta residenza o attività lavorativa nel territorio regionale”. La Corte Costituzionale collega il diritto alla casa a una condizione di bisogno o disagio, e in modo molto chiaro rispedisce al mittente la norma, visto che “la durata della permanenza pregressa nel territorio regionale non presenta alcun collegamento logico” col bisogno o il disagio. Una norma che viola l’articolo 3 della Costituzione sotto tre profili: prevede requisiti non correlati alla funzione propria dell’edilizia sociale, determina una ingiustificata diversità di trattamento tra persone fragili e tradisce la necessità di rimuovere gli ostacoli alla parità tra gli individui.

La decisione ora diventa una spada di Damocle anche per le successive modifiche introdotte dall’assessora alla Casa Chiara Caucino nella scorsa giunta Cirio, soltanto a febbraio 2024, che presentano lo stesso approccio della legge e dunque rischiano la stessa sorte. Una questione che ora dovrà essere affrontata dal nuovo titolare delle deleghe Maurizio Marrone (FdI). Sostanzialmente, i giudici costituzionali ribadiscono un principio che i legislatori regionali continuano a violare: non puoi concedere sussidi sulla base della residenza o del domicilio se il criterio per l’attribuzione è il bisogno. Anche l’opposizione aveva paventato l’incostituzionalità del provvedimento, ma il centrodestra ha proseguito per la sua strada oggi sbarrata dalla Consulta.

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