VERSO IL VOTO

Bucci fuori gioco per il dopo Toti. A sinistra Orlando tentenna

Passo indietro di Rixi. Il centrodestra sta ragionando su due nomi: il rettore dell'Università di Genova Delfino e il presidente dell’Ordine dei medici Bonsignore. L'ex ministro si ritiene un leader nazionale ma è l'unico che può correre per il campo XXL

Si infiamma il dibattito politico dopo le dimissioni di Giovanni Toti da presidente della Liguria. Il voto è previsto in autunno, entro i prossimi tre mesi, e nelle coalizioni è già scattata la corsa con qualche colpo di scena. Il leghista Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture, fino a ieri considerato il principale “papabile” per il centrodestra alla successione si tira indietro: “Non mi candido, e non cambierò idea a riguardo”, indicando nella soluzione civica l’unica in grado di reggere l’assalto del centrosinistra che, al momento, pare in vantaggio. Una cosa è certa, la vicenda giudiziaria – dai contorni per nulla definiti e, soprattutto, per le molte riserve su come ha agito la magistratura – ha finito per togliere dal campo anche un possibile aspirante governatore: il sindaco di Genova Marco Bucci che, per quanto non indagato, viene tirato in ballo più volte nelle carte dei pm.

E se la renziana Raffella Paita, in linea con la virata sul campo extralarge imposta dal suo leader, esclude di correre e professa il sostegno al nome che uscirà dal conclave del centrosinistra – resta sempre in pole l’ex ministro Andrea Orlando, seppur tentennante perché teme di uscire dai grandi giochi nazionali – nel centrodestra pare si inizi a ragionare attorno a due ipotesi: il rettore dell’Università di Genova Federico Delfino e il presidente dell’Ordine dei medici della Liguria Alessandro Bonsignore. In questo caso, rinunciando a indicare un proprio uomo (Rixi) a piazza De Ferrari, la Lega non sbroglia la matassa in Veneto dove Fratelli d’Italia reclama la poltrona attualmente occupata da Luca Zaia (che potrebbe traslocare a Ca’ Farsetti al posto del malconcio Luigi Brugnaro, ironia della sorte co fondatore assieme a Toti di “Coraggio”).

Per l’opposizione la Liguria potrebbe essere il primo test per il campo larghissimo (da Italia Viva a Avs, passando per i Cinque stelle) e Orlando non dispiace a nessuno, da Matteo Renzi a Giuseppe Conte fino ovviamente a Elly Schlein. È lui però che non sembra entusiasta di accettare una sfida che lo riporterebbe sulla scena locale, dopo aver calcato il palcoscenico nazionale da guardasigilli e da capo corrente. Probabile che alla fine ceda alle lusinghe e che “per senso di responsabilità” corra. In caso contrario, non mancano le alternative: in cima l’ex leader della Cisl Annamaria Furlan, genovese, al fondo il consigliere regionale Gianni Pastorino.

Sulla vicenda dopo le dure parole di Guido Crosetto (“Un cittadino incensurato e tutt’ora innocente si è dovuto dimettere per poter sperare di essere libero e poter ottenere nuovamente i suoi diritti costituzionali. Da questa vicenda esce sconfitta la Giustizia e si palesa una rattristante debolezza della Politica, quella con la P maiuscola”) è da registrare la presa di posizione altrettanto severa del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che è il segretario nazionale di Forza Italia: “Mettere Toti nella condizione di scegliere tra le dimissioni e l'uscita dagli arresti domiciliari è un tentativo di condizionare il voto dei liguri”. “Se Toti al processo sarà assolto? Cosa accadrebbe? Dinanzi all’idea che un arrestato è automaticamente colpevole, noi ribadiamo il nostro essere garantisti. Invece in questo caso si è deciso di sbattere il mostro in prima pagina”, ha affermato Tajani. Il vicepremier poi si associa ai rilievi del ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Doloso o colposo non lo so, ma la magistratura in questo modo ha provocato le elezioni anticipate. Sono d’accordo con Nordio quando dice che si tratta di un’anomalia. Non è Toti a dover dimostrare di essere innocente, ma i giudici che devono dimostrare che è colpevole. In questo caso mi sembra che ci troviamo davanti a una forzatura”. Poi guarda alla partita del voto: “Dobbiamo trovare un candidato vincente. A me non dispiacerebbe un civico ma non ho certo pregiudizi nei confronti di candidati politici”. 

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