FINANZA & POTERI

Crt, spuntano le fatture di Irrera alla partecipata Banca di Asti

Due parcelle emesse dal vicepresidente in date successive all'ingresso della fondazione torinese nel capitale dell'istituto astigiano. E pensare che era stato proprio lui a sollecitare i consiglieri a dichiarare l'esistenza di eventuali conflitti di interesse

E pensare che era stato proprio lui, da presidente ad interim della Fondazione Crt, durante l’interregno tra le dimissioni di Fabrizio Palenzona e l’elezione di Anna Maria Poggi, a chiedere ai colleghi del cda e ai consiglieri di indirizzo di dichiarare eventuali conflitti di interesse. Maurizio Irrera lo scorso aprile aveva indirizzato una lettera a tutti i componenti degli organi e degli organismi dell’ente a seguito delle richieste pervenute dall’autorità di vigilanza. Si era richiamato al rispetto dell’articolo 8.6 dello Statuto secondo il quale «I membri di organi della Fondazione che ritengano di avere un interesse in conflitto con quello della dell’ente, devono darne immediata notizia all'organo di appartenenza, che valuterà l’effettiva esistenza del conflitto, e qualora esso venga ritenuto esistente devono astenersi dal partecipare alle deliberazioni inerenti».

Non è dato sapere l’esito di tale sollecitazione – secondo rumors interni a via XX Settembre solo una parte dei destinatari avrebbe risposto – ma una cosa è certa: ad essere stato beccato in fallo è proprio Irrera. L’indagine in corso, infatti, avrebbe accertato l’esistenza di fatture-parcelle emesse dall’attuale vicepresidente vicario di Palazzo Perrone a Banca di Asti, che ha tra i suoi soci la stessa Crt. Una prima fattura dell’importo di 13.156 euro porta la data del 21 giugno 2024; la seconda, di 26.312 euro è del 1° luglio 2024. Quindi in tempi successivi all’ingresso di Crt nel capitale sociale dell’istituto astigiano che venne deliberato dal cda il 5 marzo 2024 attraverso una partecipazione del 6% del valore di circa 40 milioni. Uno degli ultimi atti della gestione Palenzona, un’operazione fortemente voluta dall’allora presidente e caldeggiata dallo stesso Irrera.

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