LA SACRA RUOTA

I cinesi di Byd arruolano Altavilla, ex braccio destro di Marchionne

Dopo la non brillantissima parentesi a Ita, l'ex manager di Fca atterra e torna alla sua vera passione: l'auto. Toccherà a lui aggredire il mercato europeo aggirando le barriere imposte dall'Ue. Dialoghi con il ministro Urso per uno stabilimento in Italia

Un consulente coi fiocchi. Byd, leader mondiale nella produzione di veicoli a nuova energia (Nev) e di batterie, ha annunciato questa mattina la nomina di Alfredo Altavilla come suo “special advisor” per il mercato europeo. Questo ingresso, operativo dal 2 settembre, spiega il brand asiatico in una nota, “rafforza l'impegno del marchio a espandere e consolidare la propria presenza in uno dei mercati più importanti e strategici a livello globale”. L’ex braccio destro di Sergio Marchionne ai tempi della Fiat, dirigente con un'illustre carriera nell’industria automobilistica, torna dunque al volante di un grande gruppo impegnato in una sfida che oltre a segnare il futuro della casa cinese è destinata a cambiare i connotati del mercato europeo

Laureato in Economia presso l’Università Cattolica di Milano, Altavilla porta con sé una grande esperienza di leadership e di sviluppo del business. Da novembre 2012 ad agosto 2018 ha ricoperto il ruolo di chief operating officer per l’Europa, l’Africa e il Medio Oriente (Emea) in Fca (Fiat Chrysler Automobiles), dove è stato anche membro del group executive council (Gec) e responsabile del global business development da settembre 2011. In precedenza è stato anche amministratore delegato di Iveco, Fiat Powertrain Technologies, Tofas e in ultimo presidente esecutivo di Ita Airways. Attualmente il manager è anche senior advisor di Cvc Capital Partners in Europa ed è membro del Consiglio di amministrazione di diverse società, tra cui Enerpac Tool Group, Msx, Ambienta Sgr e Proma Group. Inoltre, fa parte del comitato di investimento di Vasuky, un fondo Tech Vc sponsorizzato da Rothschild & Co.

Si tratta di una scelta mirata e strategica. Byd ha appena avviato la propria produzione in un secondo impianto europeo, in Turchia che costruirà 150 mila veicoli l’anno in una politica volta a evitare i dazi europei sulle vetture costruite in Cina. L’Europa rappresenta infatti un mercato chiave per Byd, non solo per le sue dimensioni e la sua importanza economica, ma anche per la sua leadership nell’adozione di tecnologie sostenibili e per il suo forte impegno verso la mobilità elettrica. Fondata nel 1995 come produttore di batterie ricaricabili, Byd vanta oggi un’attività diversificata che comprende automobili, trasporto ferroviario, nuove energie ed elettronica, con oltre 30 parchi industriali in Cina, Stati Uniti, Canada, Giappone, Brasile, Ungheria e India. Dalla generazione e dall’immagazzinamento dell’energia alle sue applicazioni, Byd è impegnata a fornire soluzioni energetiche a emissioni zero che riducano la dipendenza globale dai combustibili fossili. L’impronta dei suoi nuovi veicoli energetici copre oggi 6 continenti, oltre 70 Paesi e regioni e più di 400 città. Quotata in borsa a Hong Kong e a Shenzhen.

Il vicepresidente Stella Li in un’intervista a Bloomberg ha svelato che nei piani del gruppo c’è quello di vendere almeno la metà delle auto fuori dalla Cina. Una notizia che suggerisce che il colosso asiatico continuerà a creare hub di produzione nel mondo per aggirare le tariffe punitive. C’è spazio anche per una fabbrica in Italia? Si era parlato anche di Torino. Nei prossimi anni Byd punterà forte sul mercato globale per aumentare sensibilmente le vendite, che attualmente rappresentano circa il 14 del totale (500.000 unità). Nell’immediato, l’obiettivo è vendere circa 3,6 milioni di auto completamente elettriche e plug-in nel 2024, partendo dal suo mercato nazionale. “Il nostro mercato estero rappresenterà una proporzione relativamente grande delle nostre vendite globali in futuro” ha detto Stella Li, aggiungendo che l’obiettivo richiede un enorme aumento della produzione e delle consegne.

La strategia si fonda su una distribuzione sempre più capillare sul territorio. Per fare questo, l’azienda sta investendo miliardi di dollari per realizzare impianti di produzione in Europa, Asia e Sud America. Un piano che porta un duplice beneficio: essere più presente nei mercati locali e aggirare le barriere commerciali lanciate contro le auto elettriche cinesi. Ad esempio, l’Unione europea ha imposto un dazio addizionale del 17% sulle vetture Byd. Canada e Stati Uniti, invece, hanno introdotto tasse del 100% sui veicoli elettrici cinesi per sovvenzioni governative illecite. Byd è nella lista delle aziende cinesi in trattative con il Governo per realizzare una fabbrica in Italia. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha confermato che i colloqui si sono intensificati dopo la visita di Giorgia Meloni in Cina. Visita che ha portato alla firma di un memorandum di collaborazione industriale nella mobilità elettrica e nelle tecnologie green. Un documento che potrebbe aprire la strada alla costruzione di una fabbrica cinese in Italia. Quello che è sicuro, ad oggi è che Byd aprirà 13 concessionari showroom e 40 punti vendita, tramite partnership con 15 nuovi operatori. Attualmente i due dealer di riferimento per il nostro Paese sono Autotorino e Gruppo Barchetti.

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